Giacomo Debenedetti - Otto ebrei

tornano buoni, voscenza, così buoni sono, che ci ripagano di qualunque malanno -. Questo, commentava l'eminente scrittore, spiega per analogia la tenacità degli ebrei nel sopravvivere •. In quella sera di afflizione, l'aneddoto raggiungeva lo scopo desiderato: che era anche di confortarci, di farci credere nel ritorno di tempi migliori, di rinnestarci nella vita, assimilandoci se non altro a quegli aratori del vulcano. Ma Berenson non si dorrà se ora, al ritrarsi della lava, la sua storia ci piace un pò meno. Vorremmo dire che gli ebrei, non è che si inarchino sotto le sciagure degli anni delle vacche magre, per aspettare che rivenga il settennio delle vacche grasse. Sono uomini, certo, e amano anche loro la sicurezza, il benessere, magari la felicità. Le vacche magre· non piacciono neanche a loro. Ma non è vero, non deve essere vero che poi, in compenso, pretendano le vacche troppo grasse. Se non altro, per .'dignit~, per un equo senso della vita, per un loro umano amor fati, amore del rischio e del destino. Nè troppo magre, nè troppo grasse. Una cosa giusta. Settembre 1944. 38 Biblioteca Gino Bianco

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