Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

g naiiJ antecedenti , quando le lame delle spade affilate calarono sull' indifese teste d'una popolazione sorpresa, tradita! Or gli domanderemo se abbia modificata opinione, ora che la sua spada corse in segno eli ludibrio per le mani del popolo, e la divisa del suo petto valoroso, fu inalberata tra i fischi sulla piazza Borromeo ; gli domanderemo se l'insulto d' averci chiamati (emine ( 1) , sia pronto a rit1etcr1o in faccia dei Milanesi l Il fragile vetro che doveva inf1;angersi dalla dura roccia, ha cambiato di natura ; la roccia formidabile (è bello proseguire nèllò stile animato deii; eroico maresciallo), questa rotcia formidabile, è tutta franta , e con quali stl·ttmènti? (1) . Un bàstone, una canna, un chiodo, un ferro, qualunque oggetto che la cuciua o la camera somministrasse, fut·orio le atmi con che un pugno d'uomini s'avventò contro le 5oo mila baionette di cui si vanta 1' a1jostolico Impero l Ai chiodi, alle canne , ai bastoni subentrarono in appresso catabine e fucili , tolti a chi? strappati di mano agli uccisi strumenti del potere, alle caserme vuotate, e alle disa1mate falangi d<'i prigionieri. (l) Ad una proposta fatta la s~ra del t 8 dai lllilancsi al genernle pe1· una com·enzione, l'iiJlO.Iit: Che t-gli 11011 patteggiava con ll01me. · (~) Yed i in fine il rlocumento A.

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