Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

70 o m ICI rn1e1 , ( 1) cresciuti alla santa legge <leil' amore e del beneficio, quanto non avrete so~ ferto; quante lagrime abbiamo insieme mescoJato al racconto dei patiti martirii; chi al rivedervi non avrebbe subito indovinato il segreto nefando (li quei mistel'i! Dato loro poco pan nero, su cui tal volla l'ufficiale aveva prima sputaccbiato, e talvolta privi anche di questo, obbligati a comperarlo da1le sentiQelle, minacciati ogni momento di ca· pestro, erano in un continuo supplizio. Il maresciallo, ad ogni trista notizia che gli venia deJJa guerra, voleva lo sfogo d' una vittima , e i due consiglieri ac"cennavano la più opportuna. Forse undici volte godette queste compiacenze. Orrori del tribuna! di Vestfalia! Il generale toccava il prescelto, e i carnefici ubbidivano, sgozzando, strozzando , tagliando a pezzi , abbruciando e seppeJlendo ancor vivi. Chi dubitasse di questo racconto, restano a centinaia i testimonii del fatto. Invido delle delizie di Domiziano, una sera ordinò che fossero legati a due a due coi ferri, e lasciati così in preda di atroci conghietture c riflessioni. Buon Dio, quanti spasimi in quelle cinque ore di incertezza! Fortunato chi potè riavere la libertà. Diciassette serbati a nuovi spa..: . (t) Girolamo Bonola, 1\lichele Battaglia, .Alberto de Hf't'ra, dottor Peluso, Fron('e~co CriJlpa, nobili in• g.-gni e nohili CIHH'Ì. ·

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