Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

7 O fratelli Palermitani , che c.:t antiveniste coll'esempio d'un coraggio che si fa maggiore al tocco degli ostacoli più grandi , gloriamoci ciascuno della parte che ci spetta ; a ' voi la precedenza , a noi il trionfo su ostacoli maggiorì. Quando sorgeste dall' oppres~ione onde era avvilito quel vostro cuore puro come. il mare che circonda la poetica Sicilia, quel vostro ingegno ribollente come l'Etna ai cui fuochi 11i accende, voi ci rapiste d'ammirazione; noi gridammo, noi ·scrivemmo Viva il Sangue de' Palermitani! espressione ora divenuta tanta gagliarda dacchè . il f7iva fu reso inseparabile dal nome di PIO! E. quando ci era proibita perfino la santità della preghiera, e il rendimento di grazie pel beneficio che Dio vi aveva così largamente prodigato; noi, a dispetto dell 'oppressore, ci siamo raccolti nell'augusta nostra cattedrale ad intuonare per voi l'inno dell'esultanza. E. intanto trecento pugnali eranQ appostati dalla sacrilega polizia contro i nostri petti , mentre pitt palpitavano della soavità della preghiera. Orrendo misfatto che dovrà trasrnettersi all' esecrazione dei futuri! Conti·o,ntate, cari fratelJi di Sicilia, confrontate la vostra .e la nostra condizione! voi comunanza di patria, di lingua, d'interesse coi vostri oppressori, voi navi di polente nazione che; vi dava cur;waio voi fucili con che f' Irwhiltcrra tltl ' tl aveva rinvigorito anticipatamente il vostro Lraccio. E noi?

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