Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967

gni cosa, e coloro ai quali le rivolgono con l'accanimento della rabbia, sono gli organizzatori nuovi, o, quanto meno, gli uomini che mostrano 11 filantropico desiderio di poterlo essere. Ma basterà aver compreso 11senso di questi epiteti e di queste in– giurie, perchè non facciano più male di quanto ne abbiano fatto dal '90 al '92. Anche ora come allora, gli spiriti generosi, gli uomini energici, i caldi amici della giustizia si onoreranno del titolo disorganizzatori. Que– sto titolo significherà per essi organizzatori, e le cose alle quali tenderan– no organizzazione. E' riconosciuto e dimostrato che proprio in ciò consi– ste QUEL CHE RESTA DA FARE. (13ABEUF, Il lribuno del 1,opolo, Mugglanl, Milano, PI), 86-f:9) « Affermo con ogni forza non solo <:h~ Costanti110 nr,n free sì larga dona• zione, non solo che il romano pontefice non beneficia della prescrizione, ma ::inche che, se pure l'uno dcnò e l'altro beneficia della prescrizione, tutlavia i <lui;:rliritti 'iono es1inti per i delitti d~i possesso,·i, quando vediamo che da un sol fonte sono scaturite la rovina e la distruzione di tutta l'Italia e di molle provincie. Se è amaro il fonte, lo saril anche il fiume; se immonda l! la radice, anche i rami saranno immondi; ~e le primizie noi. sono s;,nte non è santa la massa. Così, per antitesi, il fiume è amaro, bisogna ostruire il fonte; se i rami sono immondi, nella radice è 1'01 ignc dei male; se la massa non è sant:i, -:tnche le sue primizie sono da rigetlare. Potremo noi ammettere come legale l'origine della potenza papale, che H·cliamo essere cau'\a di tanti delilli e di tanti mali di ogni genere? Io posso be11 rlire e gridare ad alla voc..:: (non ho paun.1 degli uomini, protetto come sono da Dio) che ai miei giorni non vi è !llalo sommo pontefice che ;,bbia amministrato con fccleit<l.e '\agg..!aa. Furono tanto lontani dal dare il pane di Dio ::illa famiglia dei loro ~udditi, che anzi li farebbero <;t-,ranare come pezzi di pane. Il papa, proprio lui, porta guerre a popoli tranquilli; semina discordie tra le città e i principi; 11 papa ha sete delle ricche7.zC altrui, e, al contrario. ~ucr:hia fino in fondo le sue ~tC'sse ric– chezze; egli è come Achillt: dice di Agamennone Dcemoboros basileus, cioè «re divoratore dei popoli». Il papa fa mercato non ~ola dello stato, ,;iò che non oserebbe nè Verre nè Catilina, nè alclln a!lro reo di p.:!culato, ma mercanteggia perfino le ~ose della Chiesa e lo MCS\O Spir!lo Santo! Perfino a Simon Mago desterebbe esecrazione! E quando dò , iene avvcru•o e anche rimproverato da gal"nluomini, non nega, ma sfacdatamcnte l'ammette e se ne gloria: afferma che gli è lecito s1rappan! in quab.1vog1ic.1modo ,lalh:: mani jegli occupanti il patrimonio della Chiesa donato da Costantino, come ~e da quel riacquisto la religione cristiana sia per trarre maggiore felicit:'t è non piuttosto maggior peso di peccati, di mollezza, di passione, se pure è possibii.c che la Chi~sa sia più gravatn di tali mali di quanto non lo è già e St! vi è pili posto per scell<!ratezze ». (Lorenzo Valla, La falsa donai.Ione di Costantino, pp. IOO•IOI,Milano, 1952). 502

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