Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967

indurli ad accordi e al mantenimento dell'equilibrio internazionale. Naturalmente l'uso strurnenrale dei sentimenti pacifici da parte dei governi permane ancora, come permangono le pressioni su di essi di grt!ppi culwrali e scientifici a favore del disarmo nucleare e di solu– zioni pacifiche delle cont ro,·ersie. E' conosciuta l'esistenza di una associazione scientifica a carat– tere universale che ha lo scopo di influire la politica dei governi per scongiurare il pericolo dello sterminio atomico. li professor Art Si– movitch, scienziato russo appartenente all'associazione, ebbe a dichia– rare qualche anno fa ad un giornalista americano: 1, Noi scienziati siamo diventati dei vagabondi per la pace, degli zingari spinti attra– verso il mondo dal peso di una terribile colpa commessa, dalla paura di colpe ancora più grat>ida commettere. Siarno attivi per non diven– tare radio-attivi. Percorriamo la terra da conferenza a conferenza, da riunione a riunione, a/linchè la pioggia di fuoco nucleare non cada ,nai ». Tuttavia queste azioni diplomatiche e cul!Urali hanno perduto la fiducia del popolo e rimangono senza eco nella coscienza delle masse oramai orientate verso l'azione diretta. La pace non può essere che una conquista del popolo, la più urgente e la più grande conquista. Tale veri1à si è fatla luce eia tempo dando vita a movimenti e alleg– giamen:i collettivi che si contrappongono alla politica ufficiale. La questione della pace assume quindi una dimensione più vasta ponen– do i111pegnidiretti che vanno dal rifiuto del servizio militare che è la scuola del de/il/o e della guerra, alla rivoluzione che della guerra eli– mini le cause sociali. Un atteggiamento questo, che va al di là dei nwclei e formazioni pacifiste e si estende nell'animo popolare e nelle nuove generazioni come uno spirito nuovo del nostro ternpo. Il rifiuto della violenza non viene sospeso nella lotta, spostato nel futuro come finalità o meta da ra~giungere, ma viene attuato nel– la loua stessa con me10di e tecniche nonviolente che oppongono la ragione alla follia, la protesta umana ai crimini di Staio. La lofla contro la guerra è diventata lotta contro fo società della guerra per una ril'oluzione il cui fine è confermato dai mezzi. La questione dei paesi sottosviluppati è al centro delle contro– versie internazionali perchè lì s'incrocia e si scontra la rapacità delle grandi potenze. li vecchio colonialismo, l'espansionismo economico americano e l'influenza politica russa disputand su questo terreno la loro grande partita. 450

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