Volontà - anno XX - n.8-9 - agosto-settembre 1967
volontà ANNO XX n. 8•9 Agosto- Settembre 1967 Opposizionearmatae protestaumana D OPO LUNGHI decenni di guerra fredda e coesiste11za calda, ri– compare finalmente nel mondo la lo11a rivoluzionaria. Si ve– rificano per la prima volta fatti ed esperienze collerti11e non più co– mandate dall'alto ma scaturite dalla sofferenza e dalla rivolta dei popoli. Questa lotta rivoluzionaria si p!'esenta in due forme di azione e di pensiero profondamente diverse: essa è costituita dalla guerriglia rivoluzionaria nei paesi sottosviluppati e dalla rivolta nonviolenta contro la guerra e i sisterni sociali che la prod11cono. Due forme di lotta che sono arrivate alla loro espressione teorica, non di dottrina sllldiata a 1avolino ma rii princìpi maturalt dall'esperienza, che dan– no ad essa una conlinuità e pongono alla socielà a!Jernalive autenti– che di libertà e rivoiuzione. Troviamo queste diverse espressioni teoriche i11 due piccoli libri recentemente usciti « Rivoluzione nella rivoluzione?» e « Le tecniche della nonviolenza » il primo di Régis Debray, il secondo di Aldo Ca– pitini, due aulori impegnati fino all'eroismo che in queste due piccole opere, fiaccole di pensiero, han voluto rischiarare i problemi di due esperienze in atto tanto diverse. Esse provengono dalle due questioni di fondo della politica attuale, dapprima manipolate dai potenti e poi portate avanti da forze popolari autonome: il pericolo della guerra atomica e la miseria delle zone sottosviluppate. La paura dello sterminio atomico fu lungamente sfruttata dalle centrali politiche per manovre di massa in appoggio all'azione diplo– matica e a direllive di stato. Si ebbero così. imponenti sotloscrizioni popolari e manifestazioni pubbliche per il controllo atomico e per la pace, promosse da partiti e autorità. In un secondo tempo l'iniziativa fu presa da alte personalità della scienza e della cultura che posero\ il problema al di sopra della poli1ica dei blocchi, non più in appoggio dell'una o de/l'a!lra linea, ,na denunciando in senso globale la politica di guerra e la mi11accia senza precedenti storici ch'essa ora comporta. Tuttavia la soluzione del problema restava sempre nell'ambi10 della politica di potere. Si trattava sempre di premere sui grandi per 449
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