Volontà - anno XX - n.3 - marzo 1967

BUFFONI C ARO JEAN•L\IC GODARD, come sapete non sono un critico dj cinema e non parlerò qui dei vo– stri fìlm.5. Ma la intervista che ave– te coRcesso nl Monde · del 27 gennaio 1967, mi è giunta come uno dei messaggi più fraterni che un uomo, a !-ua insapu– ta, possa inviare a un altro. Pertanto, un piccolo rimprovero: non leggete troppo spesso il -c Cm,ard ». Altrimenti sapreste che da anni, in questo giornak:, si dice, come \'Oi dite, che l'artista e l'uomo di scienza sono della stessa razza e che stan– o~ focendo la stessa ricerca. E che la so– cietà li traila tutte due come dei buffoni. Net vostro testo \'Ì sono molte cos.: p;-ofondc. Fra le altre questa: che tutto è kgato, tutlo è unito, poesia o teorema, e che, ad esempio, un libro ùi storia ha bisogno di musica. Ah! ~omc rideranno di gusto i nostri istitutori che tagliano, dividono e trame1.zano, fabbri;:anctoci dei poveri tecnici ciechi, murati nella loro specialità come le talpe! Ma. c:iro uma– nista - giacchè umanismo ~ j-:>rOprioque– sto: comprendere che poeti, cineasti o fisici ~ono gli artefici d'una stessa ope• ra --. convincetevi che il riso si .>rrest:!rà alla S\·elta Lrasformandosi in odio. Giac– chè pretendere che la società scherzi con la cultura, è una cosa che non si am– mette molto facilmente. E anche che non si perdona. Ne so personalmente qual– cosa. Guardate: in materia di politica, di pena di morte o anche della guerra nel \'iet Nam, \'aie a dire sull'accessorio e le conseguenza, posso scrivere quello che \'aglio e quello che mi piace. Sono un avversario, mi si tollera, e qualche \'olla quasi mi si sorride. Ma, non appe– na accenno all'essenziale, non appena ac– c~nno ;,Ila cullura, - a quello che, in mancanza d'altra parola, chi:lmo cultura, ,aie a dire il livello intellettuale d'un pupo lo, non ;;ippcna scrivo che essa, in F1ancia, è scicntcmentl! traviata e mas• sat!H1ta :· che essa Ron è che -del cul1ura– me; che essa non è che un lusso borghese e che, in breve, non è l'elevazione della mr1s~a che> si cerca hensì la sua degrada· zione e I.i sua abiezione - allora i visi si fanno sc:uri, si sogghigna sotto sotto, mi :-i guarda di sospetto, e mi si proibi· sec di parlare alla televisione. Ho tocca• to un tabù. Ho toccato il bene sacro, segreto e frivolo dei padroni. Dei buffoni? Ah! indubbiamente non lo ciimo!'I rate senz.i difficoltà: gli artisti e gli scienziati sono ammessi solo se non clistm·bano. Si onorano, si « mcdagliano », ma che non ollrcpassino il limite della specialità che loro è assegnala: divertire la borghesia o fabbricare gli oggetti del ~ccolo. Altrimenti... Se un Laurent– Schwartz denuncia la tortura gli si dirà subito: di che cosa voi v'interessate? E se nn kan Rostand denuncia la Bom– ba. lo si rinvierà immediatamente ai suoi r.lnocchi! Quanto agli artisti è ancora più semplice: se uno di essi trac un film da Didcrot, il Signor Bourges, vale 3 di– re un vago uomo politico di sacrestia, lo prnihisce in nome della monde. Qua• le morale? Quella del divertimento: diver– t:te,•i o tacete. L'arte purtroppo è arriva• rn a questo punto, e voi lo dite meglio di qualsiasi altro: « Qualche cosa di r11i non si parla se non alla (in<! del pran;,,_:,, d,1rnnt1 all'Imperalrice d'Iran». E staia una bella sfenata sulla faccia convuls:i di Malnmx. che non merita ,·eramcn!e altro. Portava in sè grandi speranze. Po– teva abolire la censur3, impossess~rsi del– la tclc,·isione, port:ire la cul!tlr:t al po- 18,

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