Volontà - anno XX - n.3 - marzo 1967

t1ìsto gli effetti sortiti dalla diffusione delle loro idee, aucbbero sconfessato la loro adesione alla rivoluzione, è comunque, a mio parere, sintomatico del bisogno del popolo cti « cs<;ere svegliato». ln altr~ parole voglio dire che il po• po.lo francese non aveva coscienza di quello che avr~bbe dovuto significare la rivoluzione. Basta leggere il libro dedicato da Mig,1ct alla « Rivoluzione fran– cese» per rendersi conto dell'assoluta incapacità àel popolo ad intervenire attivamente nel corso degli eventi che si susscguiv3no rapidamente. Attivamente, pcT me, significa« coscientemente», con scopi precisi <.."! definiti che non si fer– massero alla pura ri\·endicazione, in astratto, di abolizioni di privilegi nobiliari, di « liberté, fraternité, cgalité », mentre era un esiguo m1mcro di cleput.:lti quel– lo che poi lavorava alla formulazione della costituzione. Oggi le cose non sono cambiate, anzi sono peggiorale, io credo, ed in mi– ~nrn notevole. L'incremento demografico cccezionah.-, direi quasi spaventoso, nel mondo d'oggi, abbinato con le possibilità di pro;ngandismo dei gruppi al po– tere o che comunque dispongono cli mezzi lìnamiari tali da mellcrli in grado di svolgere ampia e malefica opera di proselitismv sono fatti macroscopici a tal punto che solo una enorme dose di ingenuitb. o il cinismo della malafede µotrebbzre impedirci di riconosc~rc. Rathcnau, citato da Ortcga, parlava di « im•asicnc veri leale dei barbari »; cd io sono convinto che i:l osservazione me– riti. 0!tre che cr.:!dito, attenzione. Perchè dal momcnw che siamo noi ouelli che dovremo vivere oggi, il problema ci interessa più da vicino di quanto· non sembri. Oggi i « nuovi barbari » sono le cosid...:tte m<1.sseche noi sappiamo come sia fadlé si scatenino, quasi per isterismo colletti\O, per m0ti\'i di una banalità così sfoma,ante che quasi vien la voglia di chiedersi se val ìa pena passare questi pochi anni di vita terrena infangati in un mare di stupidaggine e di conformismo beato. Sì, bcaLo, perchè è !o spirito critico eh~ manca alle, masse, ---.ll'uomv·massa, quello spiiito critico che non è nulla se non opera, ma senza ::\el quale non -;i è nulla. Scrive Mario Mariani, mi pare ne <e L'equilibrio degli egoismi» che c!uecen– fomila so.:ialisti un bel mattino si svegliarono fascisti. Per forza! Non erano mai stati socialisti, dico veramente soci:l.!isti. Il fascismo fu determinato esso stesso nella sua nullilà costitutiva da un desiderio della massa .illa sta– bilità. a ciò che il filo5ofo spagnolo Marìas chiama <e sapere a eh~ attenersi». Quando la massa è sbandata, non ha principi saldi, in una parola «credenze» a cui attenersi, si ha un periodo di crisi, soprattutto sociale, perchè al vecchio conformismo, che ormai non regg.:\ bisogna sostituire dei nuovi conformismi. Va da sè che in mezzo e a fianco di tutti coloro per i quali le cose debbo– no stare come sono, perchè così son buone, c'è, per un fenomeno che la teoria marxiana dei rapporti tra strutture e sovrastrutture non riuscirebbe a spie– g~rc, genk che la pensa diversamente, che non e «integrata». come diciamo :1nche. Accanto all'uorno-ma::.sa vive (o sopra\•Vive?\ l'uomo. Non si creda che l dirigenti politici, i governanti, i re, ministri e roba del gcncr~ cosl!tuiscano tipici ('~empi di ,. uomini » per il semplice fatto di non rientrare nella categoria dei massificati. Anche per loro ccl in loro oper:1 l'alienazione dull'umano; a meno cht:: non operi la mala fedC". 169

RkJQdWJsaXNoZXIy