Volontà - anno XX - n.3 - marzo 1967

ze ad un livello sociale ed altre at– tività analoghe. III. IL CONCETTO DI NORMALI– TA' NELL'ADOLESCENZA Come dicevo è più facile descri– vere crisi e difese reattive che non un quadro normale della adolescen– ziale. Si può asserire tuttavia che: 1. L'adolescenza è essenzialmen– te un'interruzione naturale, una parentesi in uno svìiuppo pacifico e lineare. 2. Il mantenere un equilibrio as– soluto durante i processi psichici che caratterizzano l'adolescenza è un fatto poco usuale e anormale. Se viene accettata questa disar– monia nella psiche dell'adolescente come un'evenienza inevitabile, la comprensione del fenomeno divie– ne più agevole: possiamo allora in– cominciare a considerare le scon– volgenti lotte tra gli impulsi distin– tivi e le forze dell'io come tentati– vi benefici di ricostruire la pace e l'armonia interiore. I metodi di di– fesa, che sono impiegati sia contro gli impulsi o contro le ca thexi og– gettuali (i genitori, gli educatori, le mitologie famigliari o sociali sor– passate) appaiono legittimi e nor– mali. Se essi giungono talvolta a risultati patologici, ciò avviene per– chè essi sono usati in modo defor– mato, sono turbati da malintesi, vanno incontro a esagerazioni o vengono attuati dall'adolescente in un isolamento nocivo. Ogni atteg– giamento, anche quando sembra patologico, può rappresentare una modalità diversa, potenzialmente posittv·a ed utile per raggiungere 162 una stabilità mentale ed un equili– brio nuovo. Anna Freud, che si è occupata dell'argomento a fondo, considera normale che un adolescente si com– porti per periodi anche lunghi in modo discontinuo ed imprevedibi– le: che egli lotti contro gli impulsi istintivi e che li accettl talvolta es– sendone soprafatto, che ami e nel– lo stesso tempo odi i suoi genitori, che si ribelli ad essi pur essendone ancora molto dipendente; o che, pur ostentando ostilità o insoffe– renza in pubblico per la madre, e– gli desideri parlare con lei molto confidenzialmente: che il giovane tenda ad imitare ed a identificarsi con le più diverse persone, mentre è alla ricerca della propria identi– tà; che egli sia più generoso, idea– lista e poetico che in qualsiasi al– tra epoca della vita, ma possa an– che comportarsi in modo opposto, egocentrico, egoista e calcolatore. Queste oscillazioni tra estremi opposti sarebbero considerate da noi tutti come anormali in altre e– poche della vita. Che ciò avvenga nell'adolescenza invece può signifi– care semplicemente che una strut– tura adulta della personalità ha bi– sogno di molto tempo per formarsi, che l'io dell'adolescente deve con– tinuare incessantemente a fare del– le esperienze senza dimostrare al– cuna fretta a fermarsi e a limita– re cosi per sempre le sue possibili– tà di sviluppo. Se le soluzioni tem– poranee e variabili sembrano anor– mali o problematiche a chi le os– serva dal di fuori, esse non 10 sono o lo sono meno delle decisioni defi– nitive ed affrettate che costringono

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