Volontà - anno XX - n.3 - marzo 1967

LIBERE OPINIONI L'ALTRO ANARCHISMO E ' quello del sottosuolo. Cosi, per conoscerlo, prenderemo per guida Dostoievschi che del sottosuolo ha scritto un libro di memorie. L'eroe dl questo libro possiede caratteristiche che Io pongono al polo opposto dell'anarchismo. Per esempio, è motivato e tormentato dal bi– sogno di umiliare e distruggere ci6 che gli è moralmente superiore; e beffa con consumata perfidia ct6 che incontra di più puro, di più spon– taneo e bello nella sua vita, l'amore di una povera prostituta. L'amore pe1 lui consiste nel diritto che l'amato accorda di tiranneggiarlo e gli pare di non poter vivere senza esercitare dominio sopra un'altra persona. Ci sono « anime elevate> che, per quanto in basso possano cade– re, mai non perdono :a fede nel proprio ideale. « Benchè per esso non muovano un ditJ, benché siano ladri e furfanti patentati, pure ad esso rimangono fedeli fino a piangerne di tenerezza, e si man tengono in cu01 loro r..traordinariamente onorati. Proprio così; la canaglia più ma– tricolata può essere completamente, e persino superlativamente onorata in cuoi su~ e mai non cessare pertanto di essere canaglia,. E si capisce. Quando ~! .smw sognate tante nobili cose e ce se n'è tanto commossi. a che prv '.;. !1 .;;a1 e di metterle in pratica? «L'uomo ordinario ha vergo– gna d'infangarsi, ma un eroe è troppo elevato per potersi infangare mai completamente; di conseguenza gli è lecito infangarsi,. Inoltre « ogni uomo come si deve è tenuto oggi ad essere schiavo e vigliacco. E' questa, io ne sono profondamente convinto, la sua condizione nor– male. Essa è insita nella sua natura; proprio per essa è tagliato. E non solo og'gigiorno, per certe accidentali circostanze, ma in generale e in ogni tempo, è doveroso per l'uomo come Si deve d'essere schiavo e vi– gliacco•· Schiavo e vigliacco è quindi l'eroe delle e Memorie del sottosuolo,, e tanto più vigliacco quanto più sensibile e intelligente. Sensibilità e intelligenza gli causano umiliazioni e sofferenze, ed egli ne trae raffi– nate soddisfazioni di un masochismo patologico col quale è difficile es– sere in simpatia. Ciononpertanto, come non essere d'accordo con lui, o piuttosto con Dostoievschi, quando dice che «all'origine della coscienza sta la sofferenza e che questa, Impotente e cagione a sua volta di sof– ferenza, sl da potersi definire la maggior disgrazia dell'uomo, gli è tut– ta via tanto diletta che non ne farebbe cambio neppure con la soddisfa– zione più grande , ? Dostoievschi intende per coscienza l'io che si pensa, che vuole e non può avere tutto ciò che vuole, che soffre e sa di soffrire; intende l'in– dividuo empirico ed esistenziale, assolutamente distinto e inconfondi- 147

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