Volontà - anno XIX- n.11 - novembre 1966

ziQni della persona um.:ma, 1·cnde instabile J'(•quilibrio della natura morale dell'uomo; ~. in definitiva, l'inesistenza della morale. Si può discutere sull'importanza, sulb logica cd anche sulla necessità <li una simile codificazione, ma tutte queste discussioni hanno una giustifica– zione estranea all'interesse morale dell'individuo, al suo «io», giacchè la loro ragion d'essere proviene dall'ambiente comunitario, dai partiti, dalla clas– se, dalla folla, etc. La psicologia colleniva può, così, sotiomettere e condizionare la psico– logia individuale e può costringere quest'ultima a sopportarla in nome della realtà collettiva, anche se, in determinali momenti, considerazioni e senti– menti etici collettivi corrispondono a quelli dell'individuo autonomo. In ogni caso, la psicologia collettiva è:: qualcosa che si trov:t al di fuori dell'individuo e che gli indica i suoi scopi ed i suoi mezzi; essa, sotlomettendo la psicologia individuale, obbliga contemporaneamente l'individuo a spogliarsi completa– ment~ del suo proprio «io», non tiene conto .:ilcuno dei drammi morali del– l'individuo e le basta soltanto un accordo meramente esteriore; in una parola, la psicologia collettiva cerca, con una soddisfazione non dissimulata, di ns– sorbire l'individuo, considerandolo come membro di pieno diritto della collet– tività. Al di sopra dell'«io» morale, della morale dell'individuo, viene posta una nuova morale che è poggiata su leggi diverse da quelle di cui si è parlato più avanti, e questa nuova etica, al di sopra ed in gran parte anche al di fuori dell'individuo, s'accomoda facilmente e senza eccessive difficoltà a compro– messi e concessioni che ogni individuo deve farle. Questa nuova morale ignora le difficoltà, le tragedie dell'esistenza umana isolata e ncn vuol saperne di essa; essa rifiuta di ammettere la verità individuale, essa non conosce che una sola verità: la verità collettiva. Ma la ,·erità colletliva non esiste. E' per essa che l'individuo cede la pro– pria verità soggettiva, per essa limita i propri slanci audaci, giacchè la psi– cologia delle masse è:: sempre relativumenìe conservatrice. La verità collettiva è un agglomera1O di verità umane isolate, con tutte le concessioni e tutti i compromessi necessari per accordarli con l'insieme. Essa i:: piuttosto una vio– lenza, giacchè i:: un'azione besfo,lc degli uni sugli altri. L'individuo indipendente non può accettarla se sente in lui la scaturigine della prop1·ia morale naturale. 5 J pericoli di cui abbiamo parlato sono molte evidenti, ma ne esistono • altri, più gro.vi e meno evidenti, tra i quali, inn3nzitutto, il fatto psicologi– co inevitabile che la sanzione della società è per noi il solo criterio di verità per quanto riguarda le nostre azioni. Abbiamo già rilevato la possibilità di un o.ntagonism0 violento tra l'indi– viduo e ia società, sappiamo anche che que:;1O .ìntagonismo può 2umentarc a 649

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