Volontà - anno XIX- n.11 - novembre 1966

~copi molto larghi. sono costretti ~in dall'inizio a prendere in considera,ionc la ni.=ccssità d'eliminare dalle loro comuni dcci-;ioni tutto ciò che è personale, giacchè ciò che de,·e essere compren:;ibile per la massa ha inevitabilmente un livello mediamente elevato. Ed anche riunendo i migliori individui col compito di elaborare qualche risoluzione comune, si oltc1..-cbbcro delle risoluzioni ~cm– prc scialbe, senza color.:., intcllcttuahm:mc mediocri. 3 La limitazione della libertà individuale va anche più lontana. Nc11a so– • cietà sorgono in ogni istante problemi, questioni tecniche, di comunanza etc. per i quali non si ri1icne minimamente di pn:-ndere in considerazione gl'inte– rCS!:>i dell'individuo come- 1ale. In una comunità esbtono a fianco a fianco e contemporaneamente antagonismi di classe e di casta, antagonismi intellettua– li e morali, concezioni culturali e religiose molto disparate, etc., che si scon– tr~mo e creano un considerevole caos, il quale a sua volta trascina l'indivi– duo quasi malgrado la sua volontà indipendentemente dalla sua originalità, limitandone così le aspirazioni. E questa personalità o scompare sotto la mas– sa dei problemi che non sono propri dell'individuo, o si sot1omet1c, più o mi.=no, accettando cli compiere un lavoro che non interessa. Quante u·agcdie per l'individuo in questa comunione con altri, il più sovente provocate per un caso senza importanza! Beato colui i cui problemi concordano con quelli della comunità. Questa concordanza si ha con qualche individuo «di vaglia• il quale - come rilc,·a molto giustamente Schopenhauer - possiede pili in- 1uizionc che comprensione delle folle; il quale può proporre una soluzione anche prima che l'uomo ordinario abbia colto la sua necessità e così avere la sua ricompensa. Mentre un genio, il quale si pone al di là della compren– sione de1le folle e non chiede ricompensa alcuna, re:::.tcrà molto spesso incom– preso e respinto. 4 • ~:r~:\~:e n~r:~ ~~~~~~c::e~:;i~'.viduo è l'obbligo impostogli di confor- La vita e la creatività di un individuo cosciente di sé e del suo valore vengono determinate da un certo numero di leggi etiche, non da quella mo– rale d'obbligo di cui parlano continuam.!ntc l..: classi, i 1:artiti politici, i go– verni, etc., ma da una specie d'ordine interiore sen1.a il quale la natura uma– na non esiste e che ha consentilo all'uomo di innal1..ar!:>i al di soprn del resto del mondo organico cd inorganico. Questo ordine, qu.::sta unica legge mora– le, si compendia in una specie d'armonia tra l'imperativo dominante di que– sto «io~ interiore e le azioni della condotta esteriore clell'individuo. Ogni esperimento di codificare il comportamento c:::.tcriore dell'uomo ine– vitabilmt!nte si traduce in un sacrificio di questo impt.!r.:ttivo interiore e, di conseguenza, in[rnngc quell'armonia, dbtruggc l'unità e !'entità delle a:::.pira• 648

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