Volontà - anno XIX- n.10 - ottobre 1966

L'azione ritardatrice del Clero nei rapporti fra i due sessi I) FU DI IORNU DI FESTA? FU DI QUATRAGESIMA? D ON ANTONfNO SCARLATA, Tcsoricro della Maggiore Chiesa di Lingua• glossa, il 3 di mar.lo del 1725, si faceva « esito di onzc 3, tari deccnovi e grana l 8. pagate al Sacerdote Don Giuseppe Pafumi, allo qual i se 1i pagavano per havcrc comprato nella Città di Messina e portato in questa per servizio di dei.la Matrice numero quattro fiori a colore violato, un paljo d'altare, una seggia di cario e la tela a color torchino che separa l'orni delle femmine nella Quaresima• (1 ), con quel drappo disteso tra una navata e l'altra i preti preser– vavano uomini e donne da peccati di lussuria. e Tercium pcccatum, dice un antichissimo Confessionale, est luxuria •, e tu incorri net peccato, « si andasti a la clcsia, oy a predicacioni oy a processioni per vidiri la tua innamurata •• oppure • si cum li ochi fochisti insinga a li toy innamurati !n clcsia, in predica, in processioni,. (2). Qui, in Sicilia, la Quaresima ha conosciuto aspre mortificazioni dello spirito e del corpo, forse più del corpo che dello spirito, in tempi in cui lo spirito si limitava appena a ricevere la percezione dei fatti esterni I borghesi si privava– no, nella Quaresima, della carne e del pesce, delle uova e dei latticini, praticavano rigorosamente l'astinenza e il digiuno; comincinrono, a digiunare, per due giorni, il Vcnerdl e il Sabr.to Santo, 1 due giorni cioè nei quali ablatus est Sponsus, continuarono per una settimana, poi per tre, finirono per non caJWTiararsi, cioè per non mangiare di grasso, per quaranta giorni interi, si mantenevano cosl fedeli ad antichissime norme (3). L, Regula di Ii Frati e Soru di la Pcnitencia, della seconda metà del sedicesimo secolo, ad esempio, dav:1, in quanto a digiuni, delle prescrizioni che le pinzochere siciliane hanno sino a ieri scrupolosamente osservato: « Si astegnanu di la carni lu lunidì e lu mercuridì e lu venniridl e lu sabbatudì... Ancora diianu iciunari tutti li vcnniri di l'annu ... Et di la Festa di Tucti Sancii per fina a la dominica cli la Quinquagesima diuninu lu mercu– ridl; e li jautri iciuni comandati di la Sancta Ecclesia non si lassinu may. An– cora iciuninu la Quadrage~ima, di Sanctu M~ll"tinu per fino. a Natali• (4); una mia vecchia zia, pinzochera, andava molto al di Jà della Rcgula di li Frati e Soro, rinunciava ai grassi d'ogni genere, ma anche alle proteine, alla carne, alle {I) Cfr. l.lbro dl esito della Magilore ChJcs:. dall'anno 16~7 al 1767, in Archivio della Ma– trice di Linguaglossa, pag. 188, rc1ro. (2) Vedi i qualtrn Confesslonall, l'ultimo dei quali in frammento, pubblicati in Regole, Co– stltu:donl, ConfculonalJ e Rituali, a cura di F. Branciforti, Palermo, 195S, nella Collezione di testi siciliani del secoli XIV e XV, dircua da Ettor>! Li Gotti. (3) Cfr. Dh:lonarlo di Teologia morale di Monsii;nor Pietro Palanini, Roma, 1961, alla ,•occ Quaresima. (4) In Regole, Coslltuzlonl, Confculonall e Rituali, Op. cit. 580

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