Volontà - anno XIX- n.10 - ottobre 1966

me ogni religione, alla fine raggiunge il medesimo risultato. Ma tale teoria ripugna al se11socomune, il quale ritiene che la vita, l'azione, il pensiero so,w dei beni .., » (11). Jn ciò egli si disçosta dal pensiero degli «utopisti». Egli non crede a una fase finale di pe,fetta felicità dell'umanità, non crede nell'avvenire del• J'etll dell'oro; non giunge alla visione di una futura società perfetta: « Noi non andiamo verso una perfezione ideale, uno stato definitivo, che dipenderebbe da noi raggiungere in un attimo, superando con la morte l'intervallo elle ce ne separa... Il progresso rimane dunque la legge della nostra anima, 110,z solo nel senso che tramite il perfezio– namento di noi stessi dobbiamo avvicinarci incessantemente alla asso-– Iuta giustizia e all'ideale; ma nel senso che, rinnovandosi e sviluppan– dosi senza fine l'wnanitll come la creazione stessa, l'ideale di giusti• zia e di bellezza che dobbiamo realizzare cambia, e s'ingrandisce sem• pre » (12). Proudhon crede che l'umanità avanza verso la Giustizia e che, quindi_ progredisce. In tal senso è un idealista, erede inoltre dell'Illuminismo, conw gli altri pensatori dell'epoca positivista, come lo stesso Marx. Ma ritiene che questa marcia non è fatale, lotta anzi cont-ro ogni fatalismo. sia esso quello religioso sansimoniano e quello politico realista di tipo machiavellico e il determinismo marxista, che non lasciano, o quasi. posto alla volontà umana nello svilupparsi delle leggi politiche ed economiche. Qui appare chiara la differenza con la fede nel progresso in Marx, il quale, per la sua fede deterministira ritiene che gli uomini non possono intervenire con la loro volontà per mùtar la struttura economica (e quindi la realtà, se l'economia ne è il fondamento); la fede di Proudhon è invece di carattere etico; il progresso si realizza in quanto si lotta per realizzarlo; questa lotta avviene necessariamente, perchè esiste nell'uomo l'aspirazione al miglioramento e alla libertà. ma è una lotta. quindi 1111 fatlo etico. un mm· po di scelte. quindi cli volontà e non di necessità. Proudhon è a un tempo realista e idealista. Anzi lo spiccato realismo lo fa un precursore del materialismo storico. Da realista registra l'inegua· glianza sociale. il pauperismo. la propietà causa degli antagonismi sociali. la d<:'cadenza del costume familiare. Da icle3lista tracc·ia la legge che porrà fine a tali mali. Prou<lhon ritiene che i «mali)> muteranno. non cesseranno. perchè la lotta è 1111 principio della vita; Marx si proietta in una società perfetta. Am– bedue tuHavia 11011 tracciano il modello chiuso cli nessun tipo di società; in tale senso non '.:ono « ulopisti » alla maniera cli Fourier. Consldérant, Saint• Simon. (Il) Jusck:;:, R, I. p:ig. 232 (12) Justil;c. R. J, pag. 232. 570

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