Volontà - anno XIX- n.8-9 - agosto-settembre 1966

larivolta ·~ell' istinto amoroso nel teatro ~i lo rea I TEATRI s0110 pieni di Sirene (( 1)1gamiatrici incoronate di rose di serra, e il pubblico è soddisfatto e ap– plaude quando vede c11ori di cartavesla e asco/la dialoghi a fior di fobbra; ma il voera drw11111(1licono11 de\•e dimentica– re, se vuole salvarsi dall'oblio, i camvi di rose bagnati dall'alba ,love soffro110 i contadini e q11el colo111bo, ferito da un misterioso cac~iatore, che agonizza fra i git.mchi senza che nessuna ascolti i suo! /a111e11ti.(...) li reatro è una scuola cli pimuo e di riso, è 1ma tribuna libera do– ve gli uomi11i possono mettere in eviden· z;a morali vecchie o equivoche e spiegare con esempi vivi ,:orme eterne del cuore e del sentimento umano». Queste sono parole di Lorca (") e leg– gendo capolavori come « Yerma », « Noz– ze di sangue,., « Mariana Pineda », « La casa di Bernardo Alba,._ possiamo con– statare quanto aderenti ad esse siano state le sue realizz~zioni. Lorca ha cantat) nelle sue tragedie l'im. peto del sangue e la sua ribellione alle strutture sociali (famiglia e proprietà) che lo costringono; ha cantato insomma la fona del bisogno d'amore in sue di– verse espressioni. « A me piace veder correre pie110 di {lwco ciò che era staro quieto per mmi e anni,. dice Adele, la protagonista de– « La casa di Bernarda Alba », esprimendo inconsciamente la sua ribellione verso le strutture .sociali che, mortificando gli i– stinti naturali, avviliscono l'esistenza. Nulla più dcgl: idealismi e del mate– ri;1lismo stor·ico è lont~ino dalle pagine (*) G. Lorca: •Teatro• (fai. Einaudi e Mon– dadori), .- Prose• (Ed. \'a\kcchi). «Poesie• [Ed. Guaml.1) \ di Lorca. In esse, sia pure l:'.ttrnvcrso la distruttività, le protagoniste liberano o cercano di liberar~ il loro sangue e rivcn· dicano l'importanza vii.ile ddl'istinto a- 1noroso. Mariana Pint:da, ~roina di una poetica roman7a popolare, muore per non soprav_ vivere al suo amore. L'uomo che 2m.:1, u,1 (;Ospin1torc libe– rale, l'ha abbandonata nel pericolo ante– ponendole la causa della libertà e Maria na, preferendo il patibolo ad un'esisten– za senza amore, òirà: « Per lui ho ricamato la bwulìzra. E Ilo cospirato per vivere e amare il suo stesso pensiero. L'ho amato più dei miei figli e di me stessa. Ami ·ta libertà più della tua Mariana? Ebbene, sarò io stes– sa la libertà che tu adori (...) Morire! Lungo sonno senza sogni nè ombre! Pe– dro, voglio morire per ciò per cui 11011 muori, per il puro ideale che illuminò i tuoi occhi: libertà! Perclzè mai la tua hice si spenga, io m'offro rull'intera. l11 allo i cuori! Guaula, Pedro, il ll/o amore a cosa mi porta! Mi amerai, mor– ta, tanto che 11011 potrai più vivere•· In « Nozze di sangue~, trngedia d'am– biente contadino, dopo avere invano lot– tato contro i! suo istinto in nome delle convenzioni sociali, la sposa abbandona il marito il giorno delle nozze per fuggi• re con l'uomo ,,erso il quale ]a trascina il sangue e da cm l'hanno allontanata ra– gioni economiche. Dopo che lo sposo e l'amante avranno trovato la morte in un duello rusticano, la sposa infedele alla società, ma fedele a sé stessa dirà alb madre del marito uc– ciso: « l'erchè me ne sono andata con l'al- 537

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