Volontà - anno XIX- n.8-9 - agosto-settembre 1966

mia passione. La. mia libertà St!ssuale in questo caso è come quella del proletario nei paesi borghesi ai tempi della crisi: la libertà di morire di fame. Comunque, dove e quando ho mai suggerito che 1111 ideale di libertà sessuale debba essere ostacolato e co111bawao per mezzo di leggi e di misure coercitive? idee ed ideali non si combattono, 111asi esplora110, si estendo110 e si approfondiscono, si mettono soprattutto a confronto con altre idee ed altri ideali e si richiamano a quel contesto sociale od esistem,iale i,1 cui vamw vissuti. la libertà sessuale ,wn può quin– di, anarclticamewe, essere chiarita o mitigata se 11011 per mez.z.odi un convincimento e di una disciplina inferiori. Nè puù l'anarchia aver altra base od altra garanzia. L'a• marezza nota a tanti anarchici q11a11du falliscono i loro tenwtivi di stabilire una rela• i.ione o una situazione miardzica nel loro piccolo mondo immediato non ha spesso altra origine che la mancanza di disciplina i,aeriore in chi di tale relazione o situa• i.ione è chiamato a far parte. la mancanza di disciplina interiore invita quella este• riore, cioè la costrizione, e questa 11011 tarda ad imporsi, a meno che a ima volontà disarmonica ed esigente im'allra più debole ceda, J)iù debole o più co111paz.ie11te. Non credo che J. Mascii a ciò trovi da ridire. Già nel suo articolo infatti non è· a/fallo trascurabile qum1to mi concede: che uel parlare dei limiti alla libertà non faccio che ribadire qua,110 /11 dello da «gli anarchici di q11alsiasi tendenza, da Kro– putkin ad Anna'ld»; elle «gli m:archici 11011 si sono mai nemmeno sognati di lasciare i minorenni, e svecialmente i minorati, senza difesa e senza protezi~11e•; e che «il /altare sentime11tale, passionale o amoroso come chiamar si voglia, possa giocar la sua bella varie nei rapvorti sessua/j.,._ Concessioni di sostanza elle lascerebbero per– plessi sul 10110generale dell'articolo, se l'aulore non 11eavesse indicato lui stesso l'o– rigine, e cioè l'impressio,1e che ha avwo, leggendo il mio scritto, « di aver sentito emanare da tulio il suo insieme 1m certo odore di morale cristianeggiante, a cui p11rlroppo si è cercato di assuefarci fin dalla nostra infanzia, attraverso Qltri scrittori ed altre pubblicazioni». Gli rispondo quindi in proposito. Verso la fine del secolo scorso molto si discusse nella stampa russa sull'artel e sul mir, •istituzioni indigene, l'una d'artigia11i e l'altra di coutadini. Contro di esse si pronunciarono i rivoluzionari marxisli ed il reazionario ministero delle finanze. Ne presero invece la difesa gli ancor [)ÌÌI rivoluzionari populisti e l'ancor più reazio-– nario ministero dell'interno. Solo imo spirito superficiale e calunnioso tuttavia avreb– be potuto suggerire che fossero in combutta marxisli e ministero delle finanze o clie populisli e ministero dell'interno avessero in co,mme scopi ed interessi. Quanto sf può dire è che marxisti e ministero delle finanze contavano con speranze diverse sul gioco delle stesse forze capitaliste, mentre vopulisti e ministero dell'interno riveriva· 110, per diversi motivi, gli stessi valori rnssi tradizionali. E per tenermi alla storia russa, che oggi per avventura conosco meglio dell'italiana, non furono forse affetti laflo stesso ideale panslavista pe11satori così diversi come 1-Jerzcn,Bakunin, Katkov, Fedaiev e DanilevskiJ Quale meraviglia quindi che, specie fiutando come fiuta J. Mascii, si trovi nei miei scritti 1111 odore di morale, non dico, cristianeggiante, ma cristiana? Il cristiane– simo è ancora parte iutegrante della civiltà occidentale a cui, volenti o nolemi, ap• partengo io ed appartiene Mascii. Inoltre, senza cristim_tesimo ~ ben du_b_bio. che :a• rebbe mai sorto un anarchismo, come pure, tra parentesi, senza i tanto vtl1pes1punta- 533

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