Volontà - anno XIX- n.8-9 - agosto-settembre 1966

Collana Anteo - 1966 - pag. 13). Ma vi è di più: a chi metta in dubbio se sia lecito confermare tali risposte con giuramento, poichè il giu– ramento esige quella certezza che, com'è ovvio, in tali casi man~a. il santo non esita a dare ii consenso: I{ sed respondetur quod ad 111- randw11 s11lf iciat certitudo moralis » (Theologia moralis - Voi. 2 - N. 162). Tutto viene utilizzato allo scopo: parole con doppio signifi– cato, espressioni con senso ambiguo ecc., di cui l'interessante opu– scolo del Grassman offre numerosi esempi (pag. 19). E non ha forse affermato il pubblico ministero: « anche colui che l,a sposato una do11w1.che ha avuto espedenze precedenti ha il pudore di tenerlo nascosto e dirà anzi che la sua è la più casta delle donne »? Non sarà certo difficile trovare la « riserva mentale» adatta ... Se i giuristi ap– profondissero la conoscenza dei testi dei santi, ne verrebbero fuori delle citazioni, in aula, alle a tener ancor più vivo l'interesse del pubblico! Del resto nessuno può negare l'importanza etica della parola. La guerra ne offre il più chiaro esempio: se un uomo, anzichè col nome di fratello, sarà designato con quello di « nemico», diverrà lecito, anzi doveroso ucciderlo. E a questo atto non si darà il nome di as– sassinio, bensì di eroismo. Ma anche in pace le parole funzionano non di rado come « paravento » delle cose: colui che ruba in grande stile anzichè ladro sarà chiamato abile negli affari. E con la parola «abilità» quanti intrighi non si coprono! Per non parlare delle « fra– si fauc » alle quali nessuno osa opporsi. Così Stato e Chiesa obbligano l'uomo ad " accomodarsi » alle lo– ro pretese. « Credere obbedire combattere» era il motto fascista. Ma quale governo ha mai permesso al cittadino di affermare decisamente la sua sfiducia nei suoi ordinamenti, di disobbedire a leggi ritenute ingiuste, di rifiutarsi di combattere? E il pubblico ministero ha pur stigmatizzato i giovani che accettano « i consigli dei padri solo se motivati », affermando che « i figli devono ubbidire». Senza rendersi conto, naturalmente, che i martiri del Risorgimento, poco prima ci– tati, divennero tali proprio perchè disubbidirono alla legge dei padri! Bambini, giovani, adulti sono quindi spinti incessantemente ad « accomodarsi » ai dettami della società in cui sono capitati a vivere, per non meuersi nei guai. Se l'ambiente muta o se essi passano in un altro, sarà necessario un nuovo adattamento - anche a costo di mcllcr a tacere le proprie idee o inclinazioni - per non andare contro– corrente. Proprio come avviene nel mondo de1le piante e degli ani– mali che debbono« adattarsi» per sopravvivere. Eppure la più grande differenza tra l'uomo e l'animale consiste appunto nel fatto che al– cuni uomini (pochi purtroppo) ririutano, anche pagando di persona, di adat1arsi. 454

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