Volontà - anno XIX- n.8-9 - agosto-settembre 1966

I PRECURSORI DELL'ANARCHIS L'ANTICIIITA' N ON i! certamente facile sapere cM1t1amentc - e d'allrondc qua• li documi::nti potrebbero informarce– ne? - quando abbia ,wuto iniz.io l'au– torità go'"crnati,a o ~tatale. Non poche sono ~tate le spicgagazìoni forniteci sulla fondaL.ione e l'affcrma,ionc del– l'autorità. Dobbiamo creder.: che i gruppi di uomini, di\'enendo sempre piì.1 numerosi, siano stati costretti ad affidare l'amministrazione elci loro a[– fari e la soluzione delle loro contese ai piu intelligenti o ai più temuti - glì stregoni o i preti? - O che i rag– gruppamenti primitivi, mostrnndosi in generale <;cmpre piì.1 ostili gli uni <,gli altri, <,ìano stati obbligati a concen– trare la difesa del luogo e delle cose nelle mani dei guerrieri - o delle guer– riere - piì.1 coraggiosi o più abili? C(r munquc ,ia, tutto tende a dimo<;trare che l'autorità sia prccsiMita alla pr(r prietà individuale. E' evidente rhe l'au– torità 1-i arfcrmò allorquando i beni, le cose e, in certi casi, i ragaui e le donne, già erano proprietà dcll'orga– nizw,ione sociale. Fatalmente, il regi– me della proprietà individu:1lc (vale a dire, la possibilità per un membro della collctth·ità di accap'.lrrare più suolo di quanto non gli fosse stato nece~..,ario per il ,;,uo sostenimento e per quello della sua L:-tmiglia,e di far sfruttare il ,;oprappil1 per altri) non fe– ce che complicare. raffinare e rendere più tirannica l'autorità, sia c<.,o:.a stata di carattere teocratico o di essenza militare. Vi furono, in quell'epoca, e,;seri che 506 5,i ribellarono all'autorit~\, s!a puro ru– dimentale, che infieri, a nei loro rag• gruppamenli primitivi? Vi furono (r bicttori e di~ubbidienti in quei tempi lontani in cui si attribui, ano a rorze 0 ~i.;urc e ~upcriori, ora buone ora cat- tiH!, i fenomeni metcrcologici, ed in cui era ritenuta opera d'un ente su– periore la creazione dc.Jl'uomo? Se dob– biamo prc~rnr rede ad alcuni miti tra– mandatici, dobbiamo com•incerci che l'uomo non ha sempre accettato pas– !:oivnmentc di essere un giocattolo nelle mani della divinità o lo schiavo dei ,;;uoi rapprc!,entanti: i miti di Satana e di Promc1co, degli angeli ribelli e dei 1i1rmi, ne !:!Onodelle prove. Anche più tardi. allorchè l'autorità go\'ernativa o ecclesiastica <ti era solidamente inse– diaia,, i furono manifcs1a1ioni che, pur restando circoscrillc in un quadro pa– cifico, dimo.:.travano nondimeno che alcggi3~sc nell'aria uno spirito di ri– hcllione. rra queste, possiamo clac;si– ficnre le ~cene e le commedie satiriche, le feste saturnali romane, il carneva– le cristiano. e cli\'crsc altre. E non po– chi racconti circolavano in seno al popolo, che ,:;emprc li ascoltava con gioia preS!,OChè puerile, e dei quoli il tema era qua,i sempre lo stec;so: la ,ittoria del debole, dell'oppres'-0 e del po,·ero, sul tiranno e ,;ul r·cco. Arrivati che siamo all'antichità greca, questa. con Gorgia 11CJlÒ tutti i do~– mi; con Pitagora fece dell'uomo la m1. ,;ura di tutte le co'ìe; con Aristippo dette \'it, alla scuola edonistica (per la quale non v'è altro bene che il pia– cere, e il niacere immed~ato da qu~– lunque parte es<:o c;gorglu): con Anti-

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