Volontà - anno XIX- n.8-9 - agosto-settembre 1966

Medioevo lo era in veri e propri feudi e ora nelle seguenti baronie pesanti: ltalgas, Condil-Tubi, Banco di Hc,ma, Generale Immobili, Molini & Pastifici Pan\ane:!a, Sogcnc. Romana Finanziaria Sìflr, Zuccherificio di Avezzano, ldroelet1rica Liri, Banco cli Santo Spirito. Finanziaria Finnat, Esplosivi-Mon– tccani (1111 spar<Ì. n11 sparà. 1111 sparàl!!), ecc. ecc, Q11a11dosi fa filosofia. si fa prima la prova dei fatti: si ossrrvano le cose, si sperimrntano le idee, e in ultimo si giudica ra;:.ionalmenle. Quc!Jla è filosofia seria. cari('(1di falli e non leggera di parole. ispirale o meno da Moloc. Tanto seria che Croce. dovendo giudicare tulio il crislitmesimo, non 7Jofeva non notare « 1m processo storico. che sta nel generale processo sto– rico come fa più solenne delle s11ecrisi»: la morale pagana decade e gbi uomini si riformarono ili modo originale divenlando cristiani; poi la morale della Chiesa decade e gli uomini seri si riformarono diventando cristiani protestanti, e po'i ancora rristiani /iberaif, tutti veri « operai nella vigna del Signore». che non possono non dirsi cristiani. E i prrti Si possono ac– contentare di qursto giudizio che è il più e il meglio che si p11àpretendere: le altre opere che Croce scrisse ro11lroil «clerical11me» sono croci bPnedefle e nello stesso tempo. prol<-'gomeni a ogni f11t11racommemorazione che vorrà riprensenlarsi fatta secondo coscienza (4). Non càpit'i. c,11i11di.agli studiosi ciò che capitò alla Chiesa. nella Storia d'Europa nd secolo XIX: « Il pensiero e la scienza continflarono a sfuggire; il suo grembo era in ciò colpilo di stnilit<Ì come n divino caslif!.o per aver essa peccalo contro lo spir'ito che è spirito di sinceril.<Ì ». E. <m– cora 11el srcolo X X. una cosa <' dire di ('Ssere servo dei Sl'rvi di dio e comportarsi in pratica come principe assoluto. Una cosa è dire di rappre– senlare la Chiesa dei povf'ri o la Chiesa povera ed essere invere. c,uesla. il contrario. Una cosa è dire di essere altrove Chiesa del sile11zio, che <'. invece e dovunque. tale soltanto riguardo agli introiti. ai dividendi e ai traffici nell'ombra. Quando poi, 11f'I settimanale. si passa alla disamina df'l pensiero cro– ciano in materia politica. il compito viene assunto dal padre Cornelio Fa– bro e da altri. E 1111 Cornelio Fabro 11011 possiamo 11011 interroniperlo percliè vede la co11traddi:.io11ein Croce. non la contraddizione vitale, ma la con– traddizione statica di ch'i predica sempre la libert<Ì, ne fa tma religione, e aUt1 fìne la rendP sicura con la forma immorale. la contraddizione nel con· CPtfo stesso di libntcì. Così la pagliuzza siti sempre ne/rocchio del diavolo e la trave 11011 si vede in c,11ellodella Chiesa: vedi fallare J-loch/1111/i, dove il dire - Ronia è ci!tà sacra - non si distingue dal dire. anche se 11011 siJ (4) « E contro la Chiesa cattolica :tpostolic:i romana Croce non va certo per il sottile: intrigontc, prof'.ittatrice, oppressirn di ogni libertà, Cù\·o di ogni reaiionc, che trama all'ombra dei maneggi di pr.!ti. fraLi e soprattutto dei gesuiti ... i più vieti e biechi paladini dcll'im·oluzionc sa1wi•Jnarn dril Concilio di Trento e dalla Controrifonna! ~. Fal:>ro, La contraddizione in Croce, 11c l.1 Ficrn Letteraria, n. IS. 457

RkJQdWJsaXNoZXIy