Volontà - anno XIX- n.7 - luglio 1966

ANTOLOGIA Un giacobino napoletano: Vincenzo Russo LA RELIGIONE N ON PIU' MINISTRI ALLORA: o se pur ve ne fossero, sarebbero cittadini ~celti fra' cittadini indistintamcnlc. Essi senza salari, senza distintivi, e \Cn✓a autorit~ prc.scdercbbero soltanto agli atti del culto, per rimescolarsi dopo cia!-cuno di questi con tulli gli altri. I bon,.i e i <len•isci per i.sH!.bilirc il dispotismo ro=ligioso cominciarono dallo ~tabilirc l'incomprensibile indelebilità del carattere. Senza perpetuità o lunghez• za cli potere non si opprimono gli uomini, nè s'illudono. Schiva il carattere inerente ;1! tale uomo, schiva nel potere perpetuità o troppo lun~a dur.ita: e tu potrai temere forse disordini, ma non mai inevitabile servitll. Se , i è stato un uomo solo che senza riconoscere nel mondo una divinità pure ha potuto essere onesto e virtuoso, lutli gli altri lo potranno essere pari– menli. Apri la storb. degli atei: vi troverai più uomini onesti e virtuosi che non ne trovi fra i credenti a proporzione ciel numero loro. E' dunque necessaria la religione? Sì ... alla tirannia. E' la religione un freno? on lo è già nccessari:1riamcntc, poichè col crede– re un Dio non si deve credere ncccss:ubmente l'immortalità dell'anima: un Dio potrcbhc ~sscrvi scnzachè l'anima rosse immor1ale, e vicevcrs,1. Or tolta di 1rn.:no la immorrnlità dell'anima, la religione, cessa di esser..:: un freno. Non più si temeranno i mali che n~ aspcllino in un'altra vita; nè al certo ci si mostra cblla cspcricnLa che i mali di quc~ta vita, i quali non sieno una pena naturale del vizio e del delitto, come degli eccessi le malattie, stieno contro gli scellerati. E' la religione un freno? Pc! solo variare di religioni non abbiamo già ve,. dut 0 finora variare i costumi indipcndentcmcnt~ da ogni altra circostanza ester– na. Tutto è stato quale il complesso delle circostanze comportava che fosse: e l:t religione è stata solo complice di qualche disordine, o compagna di qual– che , 1 ir1ù la quale senza tal compagnia ben sarebbe potuta essere non minore di quello che fu con essa. Se la religione dà talora un rimorso ad uomini che si sono rendttti superiori al timor delle leggi, usciamo allora di questione. Sarà clcssa tanto necessaria quanlo lo sono qucgl'induriti o grandi scellerati: ma non varà mai applicaLione in una ben ordinata unione di uomini che meriti no– me di società. Il rimorso stesso suppone la coscienza, ossai il riverbero della nostra opi– nione e dell'altrui, ma n..:m la religione. Senza religione non si ha forse coscienza e rimor~o? Non ncg 0 io già che la religione possa essere un agente in politica, uno stimolo di più per certe operazioni. Pcrchè mai noi sarebbe se può mettere in moto una parte clell'um:.ma scn,;ibilità? Ma io dico solo che sarà sempre un 414

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