Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966

XXIII) e alla stampa pez· il popolo dopo l'Unità (Cap. XXIV). Non possiamo più ohre indugiare nel• l'analisi dell'opera condotta con tanta prep:1razionc e competenza e anche con tanto amore per il problema. In una recente polemica portata su • Scuola e Ciltà • (1) ho ricordato a Leo. ne Diena che mai, nella storia dell'uomo, una scuola intesa come istituzione libe– rante ha guidato la società. 11 Diena ad– ditava a confutazione della mia afferma– zione proprio questa lettura. E' bene, mi sia consentilo dire che il libro della Ber– toni Jo,·ine de"c essere inteso come dc• numia dcll'an·etratena della nostra or– ganizzazione scolastica, anche se in qua\. che momi.::nto e in qualche settore qunl– che scuola o qualche uomo di scuola ha potuto costituire una punta avanzata cd effettivamente in anticipo 'iulla società. E vorrei qui ribadire un concetto ancora pili importante, proprio jn ordine agli uomini di scuola. Se veramente un uomo crede di poter essere maestro di altri uo– mini, una cosa deve ritenere valida e im• prcscindibile dal suo mestiere di educato– re, la libertà: sia maestro di uomini, ,;i ririuli di essere maeslro dei potenti, con– sapevole che il potente non potrà mai avere maestri, dato chi.! il potente non potrà mai essere un uomo libero, e non potrà mai tollerare un uomo libero come suo macst ro. MICIIEU. MASSARELLI (I) Scuole e Clt1à, Fa.)cìcolo n. 12 del diccrn• brc 1965. BER1'HAND HUSSEI, IL 11110 CREDO A. S. NF:11,T, IL con,U,GIO DF.1,LA LIBF.UTA' (Ragusa - Editrice • La Fiaccola•, 1966, • Collana Anteo•, pag. XXIV4-40, L. 200). Si tratta natural men le del •credo• di una mente illuminata, che si fonda su b.:1si sdentifiche, che non trascura i dali dell'esperienza. • Dio e immorlalittl, dogmi basilari del· lo religione crisliaua, 11011 hanno alcun fon. damemo scien1i{ico. Queste dottrine nou so110 11ecessaric alla religione: il buddismo i11/atti 11011 le contemvla • (pag. 2). Osscr– va,:ionc quest'ultima interessante per l'uo– mo d'Occidente, il qu.ilc non sa prescin– dere da tali crcdcmc, le considera la pri– ma e necessaria condiz.ione di qualsiasi costnuione religiosa. Eppure il buddismo (aulemico) ha sempre ignorato il proble– ma dell'esistenza di Dio. Il Buddha si è sempre rifiutato decisameme di rispon– dere ;:1 qualsivoglia domanda dei suoi discepoli circa il destino dell'uomo dopo la morte o prima della nascita: • solo una cosa, o monaci, vi annunzio oggi, co. mc per il passalo: il dolore e la estin– zione del dolore•· (1l. Costa - Il 811ddha e la sua dollrina, Torino, 1932, pag. 71). Naturalmente 8. Russcl non dà alcuna dimostrazione logica del suo •credo•. che scaturiS"ce da un fondamentale scelti• cismo: • da parte miu 11011 so tro,•are ar– gomenti in fll\":•re dell'esisten;;,a di Dio né dell'i111111ortalitù.No11 pretendo di riuscire a dimostrare che Oio 11011esiste. tilla ~,e.u 0 modo non vo~so tlimos1rare che Satmza i, 1m'i11ve11z.io11e. Il dio cris1ia110 può esistere cusì co111cpossono e.\istere 251

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