Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966

- non conduceva ad un rinnovamento del alla piacevolez.za , e alla urbanità ». La costume civile"· Si potrebbe dire che la rivoluzione dd 1848invcstl! tutta l'Europa: "restaurazione» è subito in atto prima di il Piemonte va guadagnando un primato Napoleont: e del Congresso di Vienna, an- nel particolare campo della scuola popo– che se naturalmente es~a peggiora pro- lare e, il 4 ouobre 1848, è appro\'ata la gressivamt:nte nel trentennio che va dal legge sul riordinamento della scuola pub- 1815 al 1845 particolarmente in Italia, ad blica del minislro Buoncompagni. « Con incominciare dal Regno Sardo, dove « lo quella legge e con la cspu)sione dei gesul– zelo del governo piemonte nel cancellare ti - commenta la Bcrtonì - la rivolurlo– le traccC rivoluzionarle della vita del po- ne liberale ottenne, si può dire di sorpre– polo, ebbe delle manUestazioni di grande sa, i più concreti risultali di un trenten– lntransigcnza nel campo della scuola ». nlo di cospirazione scolastica ». Con que– Naturalmente lo spirito ri\'oluzionario non sto non si vuol dire che « la scuola~ si è mai del tutto spento (anima il progetto sia posta alla guida dclld società, si vuol di riforma prcscnlalo a Napoli nel 1820 dire che i fermenti del rinnovamento ci– da Marco Gatti Salentino) e particolar- ,•ile 1rovarono la loro espressione anche mente si va evolvendo la situazione eco- nella scuola, in conflilto con la scuola nomica che, nel suo processo di industria- confessionale e nel tentativo di fare una !in.azione, favorisce il clima di sviluppo sostanziale difesa delle libertà dell'inse– della scuola popolare. Fcrr;.mte Aporti a- gnamento. Lo sforzo investe tutti gli an– prc nel 1828 e nel 1829 i primi asili per ni che seguono la fonnazione dello stato l'infanzia, dando inizio cosi alla vera scuo- unitario, la destra e Ja sinistra storica, la materna, questa pili autentica scuola fino alla prima guerra mondiale. Con la popolare, su cui si dovrebbe fermare un legge Daneo Credaro del 1909-14infa11i ha po' il nostro discorso. Per i ceti retrivi luogo quella che <;ipotrebbe chiamarc la l'asilo è un « novello ing},nno di Satanas- vera impostazione di una scuola popola- so,. e polemi7.za con il Lambruschini Ga- re, con il· passaggio della amministrazione briele Pepe, aspramente. Nel 1837 entra delle scuole dalla tutela dei comuni a nella po\cmiea anche Monaldo Leopardi, quella dello stato e con sensibili stanzia- con un librelto anonimo intitolato "Le menti, che avrebbero dovuto essere rad- illusioni della pubblica carità» e da cui doppiati nello spazio di 10 anni. Ma ven- ia Bertoni cita questo pensiero: « lo spiri- ne la guerra e non gli stanziamenti; e to dell'uomo è necessario che sia retto, già cospira conlro la scuola popolare l'i– non è necessario che sia collo e non <lealismo genliliano, che renderà sempre bisogna confondere la rettitudine con la più incerto e tortuoso lo sviluppo della cultura•· Monaldo Leop.irdi depreca che scuola popolare. Poi venne il fascismo, co- « i parvoli del \'Otnere e della mazza, i stituzionalmente corporallvo, e la scuola figlioli del macellaio e del carbonaio ven- si è fatta ancora più discriminatrice e gana tutti incamminati alla vita civile e classista, banditrice di ideali evasivi e pa- comitcvole; le loro mani sono lavate, i triollardi. loro vestiti nettati, i loro incessi regolati, Particolarmente cllìcaci sono gli ultimi i loro linguaggi sono ripuliti, i loro ingc- capitoli dedicati alla libertà d'insegnamen- gni sono svegliati e coltivati e, tutte le to e alla corrente idealista (Cap. XXII), loro abitudini sono dire\le alla eomità, ,illa Riforma Gentile e al Concordato (Cap. 250

RkJQdWJsaXNoZXIy