Volontà - anno XIX- n.4 - aprile 1966

zazione, ci dov1·ebbe venire da quanti. singolam-:cnh:, hnnn0 a\ nto il cor:::ggio di op– porsi andando sulle montagne, comb:.lttendo e rcsbtl!ndo. Quel briciolo di dignità che è derivato all'Italia, lo si deve propdo a questi primi che seppero coscientemente rompere il rigido dogmatismo nazionalista. Mi sembra che que<;ta lezione storica sia stata dimenticata cioè la Resistenza non continua. Scoprire eh~ se ne conser\la solo il 1;cordo e se ne è dimenticato lo spirilo, rap– presenta per mc una sofferenza, soprattullo quando la si vede mistificare. Resistenza ed esercito sono in contraddizione eppure nei ,, discorsi ufficiali,. si sen– te un continuo tentati\'O di accomunarli. Ragfonando per assurdo: se trasferissi nell'attualilà il mio giudizio storico e ne accettassi la ,,alidità, potrei ancora prestarmi ad un servizio militare che mi riddesrri all'uso delle armi, riservandomi comunque la scelta dei momento e del modo in cui us::irle. Oppul'e meglio perfezionato il sistema dcmocrntico, continuando ad accettare la violenza come metodo risolutivo per le vertenze chiederci, in <;ostiluzione dell'esercito tn1dizionak, la libertà alfa guerriglia, un'armata spontanea del popolo che più garanti– rebbe ad ognuno la rc<;ponsabililà del prop1·io gesto. Questo a! di fuori di ogni e1n1ta scelta imposrn, al contrario, come s1imolo di un conlrollo dc la coscienza individuale stille « leggi ». Arrnah.: di questo tipo inoltre sarebbero oi·ganizzazioni di sola difesa (diversamen– te da altre: mi rivolgo per questo ai soliti mistificatori), perchè rifiuterebbero per caratteristica propria tutti quegli strumenti di offesa e soprnttutto di ,·olgare , 1 endetta quali sono le .inni atomiche, batteriologiche cct:. Ho parlato p::!r assurdo non essendo questo il p~mto cui vorrei giungere, pe1· quan• to ciò rapprctcnti già qualche cosa nella scala delle mie prefcn:nze. Ma non e appunto qui che mi ,·aglio fermare: Sino ad ora ho parlato di guerre e di violenze, non .-itengo anli rifiuto che queste siano fun..:ioni inclutt..1bili, nella vita degli uomini. Accetto però e rivendico la necessità della lotta. La lotta quotidiana, per la conquista dei diritti dell'uomo, contro i pri,•ilegi, con– tro lo sfruttamento, d..:I lavoro, contro l'ignoranza dei prepotenti, contro il coloniali– smo evidente o nasco'ito, contr b guerra stessa (cosi) ed infine lotta per la difesa che intendo come insieme di tutte le precedenti. Ora però rifiuto senza possibilità di equivoco, che, come metodo, si debba usare della violenza, soprattutto riferita alla v'ita umana propr·io per il profondo rispetto che suscita in me ogni forma di vita. [p~r quanto riguarda la , 1 iolenza contro le « co– se» (beni) qucst:i. ancora m dubbio fino a che punto si rOssa utilmente spingere). Quando questa lolla, usando b. violenza, si trnsml1ta in guerra, allora va sicura– mente perduto qualsi;;isi controllo del rapporto causa-effetto riferito a ciò che si vuole difendere lCausa) in rcla;-ionc a ciò che in rea.ltà si distrugge per difendere (co– me è sempre accaduto e comr.:, sempre più gra"emcnti.:: si preannuncia). Le singole coscienze possono v,ilutare variamcnt~ questo ,·apporto. Ma è sufliciente rispondere al quesito: quale valore hanno la propria \'ila cd i propri beni espressi in numero di vite dell'avversario? Gesù Cristo (per fare un esempio a molti accessibile) 235

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