Volontà - anno XIX- n.3 - marzo 1966

Ed è la loro gcncro,;a dc!,·ozione che essi dispensano in tempo, in pral i,:;hc, in assiduità, in delicatezze, in insistcn- 7C di ogni sorta, in favore d~i «clienti,. che mai contrac.:amhicranno con i pac– chclli d'una fortuna, né con le grosse somme d'una rinoman,r,a_ L'arringa, ccr– t::1me11tcconta. Ma più ancora di quc– srn, conta. i noli re la presenza dell'av, o. ca10 che non abbandona l'ingabbiato, e resta qualche ,•olla il solo ad intcres– snrsi dc!lla ~ua t1tlesa, della sua speran– za. Non so quello che fu Torrès a que– sto riguardo, cominciando dal momen– to in cui il dramma non è più recitato per la folla e diviene pietoso, color se• grclo, grigio cli prigione. Ma so che Henry Torrès ha rappre– sentato scmpr.: splcndiclamente la di– fesa, che, quando è nobile, domina l'u– dienza con un'autorità morale molto piit grnnde di quella di chi sta seduto, coperto d'ermellino. Questa è legittima difesa, questa è l'altra accusa, quella che non doman– da teste, ma dei conti, tutti i conti, sa perfettamente che il colpevole non ha agito solo. Essa sa che l'istigatrice del delitto è là, nella sala, sicura del– l'impunità, insolente con Ja sua aria di santarellina offesa. E nd essa grida in faccia: - Soci::!tà, alzatevi! Jl;.ROM GAUTHIER nab la tonalità di una voce da titano, che Campinchi aveva soprannominato «il campanone di Notre-Damc ,., Una sera, in cui stavamo rievocando la sua prestigiosa carriera, Torrès mi raccontò sorridendo questo aneddoto: .,.J\Jl'indomani della guerra - quella del 1914 - fui incaricato di difendere un simpatico giovane anarchico, biondo e fresco come un Rubens. Questa specie di .:rngclo, aveva ;1vulo l'idea di distri• buire dei manifostini considerati, all'e• poca, come sovversivi. Cerca cli stare tranqtùllo, gli racco– mandai paternamente. Non cercare di provocare i magistrati che ne sarebbe– ro molto contenti. Siamo diplomatici, serviamoci dcll'asttuJa. Ascoltò il mio discorso con l'attenzio– ne d'un giovane chierichetto e mi sem– brò così puerilmente saggio che lo cre– clcl!i convinto. Feci all'udienza ti assicuro, una com_ movente difesa. Quando ebbi finito, il presidente tivolse, all'accusato la tradi– zionale domanda: - Avete qualcosa da dire? - Sì, rispose il giovane cherubino, con una voce soave. Ho da dire due co– se: la prima che jc vous emmcrde, e la seconda che non vi riconosco alcun cUrilto di g"iudlcarml. Torrès accese un sigaro, mi guardò, e: - Dopo un fotto slmile prova a cre- __ J-lenry Torrès quando difendeva, era dcre all'influenza dell'avvocato sul suo come un boscaiolo gigantesco che ab-- cUcnte .... battesse una foreMa. Vibrava in tutto il suo essere, facendo risonare nel tribu- ANDRE' SAUGBR 162

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