Volontà - anno XIX- n.3 - marzo 1966

AVVOCATI Qualche gi.>rno r.- t morto a Parigi Il 1n111dc avvocato Henry Tor~•. che fu dur.inte tutltt la sua vita, Il di• frnsore g<'ncroso di tante cause dir. ficill e di tanti 1>01trl compagni ca ogni nazJonalilà. Credo sia don•roso rlcor~arlo sulle 11os1re pubbllcaz.lonl. Nulla di mcgllo che tradurre Io scrl110 onesto cd hu:btvo di J. Gau– thlcr (tollo dalla sua rubrica ebdo– madario del • Canard Enchaln4! •) e di AndrC Sauger (tratto dallo Ìtcsso glornulc). J. M. Penso al nostro vecchio Henry Tor– rès che, dicono, sia morto. Dicono ... Se ne dicono tante! Ha ragione l'amico Jean-Paul Lacroix quando scrive eh:! la morte non può uc– cidere un Torrès. E' piuttosto la vita che abbatte simili tempre. La morte, essa, le fa risorgere. Giacenti ci domi– nano. Viventi, si sarebbe finito col non pensare ad esse se non per sgravio di memoria. Cadaveri, ci riscaldano e i.:i scuotono. Non è forse vero che da– vanti a certt:. tombe sentiamo il nos1ro cuore più desideroso di maggiore uma– nità, di maggior~ dirittura, di maggio– re 1.elo nei riguardi di questa o quella causa, perchè colui che ripesa là sot– to, e non è un po' di carne spenta, ma la perennità d'un esempio luminoso? La carriera di Torrès, la stampa l'ha ampliamente rievocata. Inutile ritor– narci sopra, se non per salutare a no– stra volta l'avvoca1O delle cause diffi– cili, difficili perchè giuste, giuste pcrchè fastidiose per le superstizioni che sono il codice dell'ordine stabilito ... Avvocato d'una eloquenza veem:mte, ~icurarncnte romantica ma nel senso simpatico della parola, Torrès ebbe il talento di strappare dei verdetti che fu– rono degli schiaffi sonori alla mora!-:: delle canaglie e dei cretini. Poco impor– ta il resto, poco importano le misere servitù che si attaccano alle calcagna d.::lla grandezza. forrès fu grande, an– che quando fu abile. Conosco degli a– stuli volponi che altro non sono che miseri esseri, me.ae coscienze, meschi– ne apparenze di personalilà. lo amo e rispetto i.:oloro che hanno un cuore che• li spinge alla lotta. Di questi non ne ho lrO\lati mai nè tra i poliziotti nè tra i giudici. Ne ho 1ro\lati fra gli ac– cusati. E ne ho trovati tra i loro avvo– cati. Oual bel mestiere fare il difensore, quando si ha l.l dignità di saperlo ben fare! Non etls::rc sdlamentc uno di quei dottori del dil'itto che sempre azzardano la diagnostica e calcolano la farmacopea del male minore Ma avere i I coraggio di vedere e cli gridar.e: le co– ~e così come sono: b canagliata spesso, sotto il belletto deJl'oncslà; l'ipocrisia delle leggi falle soprattutto per la tran– quillità delle cosci:!nze marce; la gene– si compassionevole di quasi tulle le col– pe; la responsabilità, in Qualsiasi crimi– ne, cli una società fatalmente imperfe1- ta perchè umana, ma scientemente truf. fatrice ed ingim,ta. C'è veramente qualche cosa di com– movente in certi avvocali che non so– no tuttavia dei sacri mostri del foro. 161

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