Volontà - anno XIX- n.3 - marzo 1966

•Chiunque si ritiene padrone di altri uomini è uno schiavo egli stesso»; sì, perchè vede la supcrio1ità soltanto nella forza che lui stesso possiede o che il governo gli assicura, ma, v~nuta meno questa forza, è pronto e convin– to di dover servire al primo capitano di ventura che capiti vincitore. Dobbiamo amarci non perché siamo uguali, ma per divenire uguali. Coltiviamo, educhiamo la no~tra mente: solo lo spirito è il vero miraco– lo. Lo spirito crea quando opera cose nuove, quando agisce sulla realtà. Questi sono i mezzi sicuri per rag– giungere il fine, anche se il fine resta pur dopo la nostra morte. L'ideale l! eterno, la liberazione è divina, non esi– ste Dio, esiste il divino nella moralità oper:mtc, nel dovere che si compie, nel sacrificio che accettiamo. Sembra leggere Mazzini? sì, però Maz. zini vien dopo. E Fichte insegna tante ali re cose che la scuola copre e la chiesa condanna. Precisamente l'Anar– chia, logica conseguenza del primo pensiero di Fichte, logica cd esplicita nella seconda lezione della •Missione del dotto•: « Voi vedete subito, o Si– gnori, quanto sia importante non con,. fondere la soclelà in generale con quel– la spoclale forma di società, empirica– mente concUzionata, che si chJama lo UN INDIRIZZO UTILE! QUELLO DELLA NUOVA Slato. li vivere nello Stato non rientra nelle finalità assolute dell'uomo, chec– ché abbia affennato in proposito un grandissimo pensatore, Aristotele; è bensì un mezzo, che si realizza soltan– to sollo determinate condizioni, per la fonda1Jone di una società perfetta. Lo Stato, al pari di tutte le istituzioni u– mane, che non sono se non semplici mevJ, tende allo scopo del proprio annientamento: è lo scopo di ogiù go– verno, quello di render superfluo il go– verno». Per il momento la democrazia giusti– ficherà la sua posizione politica quando si osserverà e si ammir?rà una stabiliz– zazione razionale dei rapporti sociali: dell'operaio in relazione al capitalista; del contadino in relazione all'agrario; del povero in relazione a tutti; del pen– siero, libero di fronte a tutti e di fron– te a Dio. Ora questi rapporti, nel loro essere attuale, sono riprovati senz'altro: se li rispetta ingiustamente la legge del tri– bunale, non li rispetta sicuramente la coscienza dello stesso. E come la co– scienza dei giudici, così nessun'altra coscienza umana può restare insensibi– le d,1.vanti a quei rapporti. E questo conta: la cosciem,a che si trasforma o– ra per ribellarsi un domani. LEONARDO EBOLI LIBRERIA NTERNAZIONA S. Polo rio terà dei Nomboli,2718- VENEZIA 160

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