Volontà - anno XIX- n.3 - marzo 1966

appi.:no la vita è colui che ormai è si– curo <li se, non si cerca piit: è se s1csso, si ros~icde. O11cs1a argomentazione dà adito al problema dcll'uolno \n quanlo tale, ossia al suo do\'Cr essere. Per lo Stirncr, l'uomo è e rimrmc tale dalla nascita alla morte. Egli rigetta la presunla idea che si diventa veri uomi– ni allorchè si raggiunge la propria vo– cazione, la propria missione. L'uomo è quello che è. Il «dovrebbero• e il «po– i rcbb~ro c5.serc• non esistono, sono cr{'a7ioni ar1ìficiosc, infondate. lo ri– m.tngo perennemente quello che sono, :ion posso cambiarmi, perchè già sono io stesso. Ogni mia manifestazione è il prodot10 di tutto mc stesso, del mio es– sere int rinscco. Pur se nella mia cvolu- 1.ionc p~icologica, intellcllualc e morale, io Sllbisco cambiamenli, ciò significa che questa strada rapprcs~nla sempre il mio dover essere. Ma sono sempre io. Dice Stirner: ~Possibilità e realtà coincidono sempre. ulb <.:.i può che non si faccia, e per conv::-rso nulla si fa eh~ non si possa». Di conscgucnz2 io divento «l'unico» creat<we di tutto ciò che mi circonda. Sono io che rrco la cosa dal momcn10 che la pn ..ndo in considerazione. Per mc non c~istcrà mai una dctenninata cosa fino .i quando pei-sista il mio clisin1e·-ressc 1>er la medesima. E così, riuc\izi, pcn~icri, :,ono crea1.ioni della mia volontà. Ma - sottolinea Stit-. ncr - la mia creazione deve es– sere clastica se non voglio incappare nel rischio di farmi sopraffare e sog- 158 giocare da essa. Gli uomini hanno crea.lo dio, lo sta– to, la moralità, il bene e il male: questi prodotti umani, <lai momento che gli uomini non hanno avuto la forza di sopprimerli opportunamente, si sono e– temot I con la conseguenza logica che i creatori si wn fatti schiavizzare dalla loro creatura. Analogamc.nle dicasi del «pensiero». Io non mi debbo far guidare, condurre dal p?nsiero, ma questo deve essere da me guidato. li «pensatore» - afferma Stimer - il pr·imo segue una miriade di idee, il secondo si limita ad aver fede in poche cose. Ma entrambi sog– giacciono all'idea. Contro di essa si deve levare impe– ri()sa la forza c\cll'io. Non la verità so– pra di mc, ma io sopra la \•Crità. E poi, in ultima analisi bisogna convincersi che la verità siamo noi anzi noi siamo piìt della verità in quanto prima di noi c:-c.anon era. Tutti gli uomini - dice Stirner - sono perreui. Non esiste peccato: que– slo ultimo è il pilt colossale feticcio delle religioni e in quanto feticcio, de• stinato inevitabilmente a sparire. «In ogni istante noi siamo tutto quello che possiamo essere e non :,bbiamo in al– cun momento il bi:,ogno nè il dovere di essere qualcosa di più•. Conclude $timer: la schiavitù, intesa in tutti i suoi aspetti, dell'uomo per– marrà sino ::i. quando qu?sti non avrà tro\•ato la forLa cli gridare: «lo sono l'unico!• ENZO LO SASSO

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