Volontà - anno XIX- n.2 - febbraio 1966

tutti libertà di coscienza ed uguaglianza, non può, se vuol mantener fede ai suoi patti, costringere un gruppo a sacrificare il proprio di– ritto alle pretese di una chiesa di cui non fa parte, e le cui norme non è obbligaro a seguire. La storia ci presenta ora come un atto di sopraffazione quello di costringere gli Ebrei, come si faceva in 1nolti Stati europei prima della rivoluzione francese (ed anche dopo!), ad astenersi dal lavoro nei giorni di festività cristiana, di proibir loro Jo studio del Talmud, di obbligarli ad assistere ai sermoni dei dome– nicani che avevano Io scopo di indurli alla conversione. Ma quale giudizjo farà di tutti i soprusi che noi soffriamo in questo civilis– simo secolo? Da notare che non vi è alcuna contropartita: la parte offesa nei suoi dirilti è tenuta agli stessi obbligi verso lo Stato dell'altra. Anzi, tra gli altri, molti godono di speciali favori: esenzione dal servizio mlitare, dalle tasse, ecc. Naturalmente delle voci a favore dc) divorzio qua e là si fanno sentire: tuttavia hanno il torto di fondarsi soltanto sul << caso pie– toso», di cercare argomenti solo nei dolori di tanti disgraziati, che potrebbero risolvere la loro situazione se una legge iniqua non Ji condannasse alla perpetua sventura; di mettere in luce soprattutto le incongruenze, che talvolta sfociano perfino nel ridicolo, del dirit– to matrimoniale, specialmente per quanto riguarda il matrimonio tra stranieri. Ma non mostrano sufficiente consapevolezza della liber– tà de1l'individuo, che è necessario di(endere ad ogni costo nè del rìspetto dovuto agli umani diritti. Così altri hanno l'ingenuità di chiedere la revisione del Concor– dato, revisione che (non illudiamoci!) non farebbe altro che porgere alla chiesa l'occasione di ottenere altri vantaggi, tra i quali quello 1 di togliere al patto la vergogna impr':'!ssa dal marchio della firma fascista, e le darebbe altre possibilità di conculcare maggiormente gli oppressi. Un governo, che si crede e si dichiara libero e civile, non ha che una via per sciogliere i cittadini dal vincolo di questa schiavitù me– dievale, per eliminare la perenne ingiustizia a cui è sottoposta la minoranza: la denuncia e l'abrogazione. EMILIA RENSI 70

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