Volontà - anno XIX- n.2 - febbraio 1966

di curarne la pubblicazione. Il Va– ticano pensò di fare i suoi interes– si. facendo pubblicare nel 1851. dal Mgr. Magni, un opuscolo apo– logetico che del processo dava sol– tanto alcuni estratti, scelti con ar– te allo scopo di edificazione, e ad evìtandwn scandalum. Il Dott. Max dc Parchappe, autore di un libro su Galilei, pubblicato nel 1866 non si lasciò ingannare: <<Il dubbio della storia, egli scrisse, è la punizione me,itata dal segreto di una procedura inquisitoriale, o– stinatamente mantenuto per 227 anni». Si sono dovute attendere le nuo– ve direttive concernenti l'interpre– tazione delle Sacre Scritture, defi– nite dal papa Leone XIII, perchè gli archivi del Vaticano si aprisse– ro largamente agli eruditi. Ma oc– correva ancora debellare tenaci pregiudizi, interpretazioni tenden– ziose, accreditati da molti secoli di propaganda. E' quanto fece con ,·ivo spirito critico, uno storico delle scienze, dotato di vero spiri– to umanistico, M. Giorgio De San– tillana. Una traduzione del suo li– bro.<( rI processo di Galilei)) edito negli Stati Uniti, è uscita nel 1955. con gran diletto dei lettori del, (<Club del miglior libro». Fu nell'anno 1615 che Galilei al– la vigilia di partire per Ro~a, scrisse una lunga lettera alla Du- 102 chessa di Toscana, nonna del Du– ca regnante. Eccone i passaggi più caratteri– stici: (< Il motivo che si adduce per condannare la teoria della mobi/L l<Ì della terra e della stabilità del sole, è che si legge, nei testi sa– cri, più di qualche punto dove è detto che il sole si muove e che la terra sta ferma e che, la Sa– cra Seri ttura non fJOfendo mai nè tnentire nè errare, ne risulta ne– cessariamente che bisogna ritene– re errata e condannevole l'opinio– ne cli coloro che vorrebbero soste– nere che il sole è per se stesso fer– mo e che la terra è in. movimento. A proposito di questo ragiona– ,nento occorre innanzi tutto con– siderare che c'è, in effetti, grande pietà nel dire e grande saggezza nel sostenere che la Sacra Scrittu– ra non può mai mentire, ma a con– dizione però che sia conosciuto il suo più vero significato. Ora io ri– tengo che non si possa contestare che il senso della Sacra Scrittura sia più volte oscuro e ben diverso da. quello che possano dire lette• ralmente le parole. Ne segue che se volessimo sempre fermarci al senso letterale, si rischierebbe in– debitamente di far figurare nelle Sacre Scritture non solo proposi– zioni contraddittorie ed errate, ma anche gravi eresie e bestemmie.

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