Volontà - anno XIX- n.2 - febbraio 1966

Principi base dell' anarchismo PRIMATO DELI.' INDIVIDUO Q UALUNQUE affermazione, fatta in nome di checchessia e qualunque ne sia l'argomento, proviene da un individuo ed ha valore ed effetto solo perchè si dirige ad individui ed è accolta da individui. Si parla, è vero, di una riv~lazione divina, ma non abbiamo, per riconoscerla tale, che l'affermazione dt~gli individui che la registrarono e la tramandarono. Gli scritti che pretendo• '10 a un'origine divina sono molti, e tocrn ancora all'individuo decidere per se stesso quale debba riconoscere come veri. Si parla pure di una scienza le cui punto scientifici. Parlata o scrilla, la verità ha bisogno d'uomini di carne cd afiermazioni 3vrcbbero la virtll d'essere jmpersonali ed oggettive, ma sono sempre degli individui che scelgono di essere impersonali ed oggettivi, di os– sen·are e sperimentare, di calcolare e verificare secondo certi criteri detti ap– ossa, e non vi può essere discorso sul contenuto di una verità a cui l'individuo uomo non abhia accesso. Quelle affcrrna1.ioni che negano il primato e l'importanza dell'individuo, vo. kndolo subordinato e sacrificato ad entità come l'umanità, la razza, la società la na:òone, lo stato, la religione, il progr..:sso o la storia, si trovano tutte inva– lidate alla base perchè, se non del tutto fantastiche od astratte, non sono mai così direttamente, concretamente e innegabilmente esperite come è il proprio io da ogni individuo. Certo, per molti rispetti, l'individuo non è nè una monade nè un isolato, e si può, se si vuole, parlare di trascendenza, purchè tuttavia si riconosca eh~ nel dominio del provabile e dell'esperibile l'individuo rimane il punto di partenza e di arrivo di ogni trascendenza. L'individuo è quello che è dipendentemente dal fatto biologico e sociale della specie umana e, salvo rare eccezioni, è pure condizionato dal gruppo so– ciale in cui cresce e dal tipo di civiltà a cui questo appartiene. Ma se l'individuo non è dato senza la specie e se.nza ii:'. società, ciò non vuol dire ch'egli ne sia parte nello stesso senso in cui i diversi organi sono parte dello stesso organismo o i diversi atomi di una molecola gigante. L'uomo è coscienza o non è uomo; coscienza è distinzione dell'io e del non-io; e quel tutto sociale o comunque trascendentale di cui si vorrebbe che l'individuo sia parte è sempre dalla co– scienza riducibile al non-io. Società ed umanità sono nella coscienza dell'indi~ viduo e non r1ltrove. Nè v'è base biologica o razionale alla pretesa che la società o qualsiasi altra entità del genere s'insedi nella coscienza di un determinato gruppo all'esclusione di ogni altro, e ancor meno che ceda il monopolio dei propri destini a un capo, a un profeta o a un messia. Gli individui non sono come le foglie di un albero che verdeggiano per una stagione e poi cadono mentre rimane il tronco e perdurano le radici, ma sono piuttosto come le tante spiche di un campo di frumento, tutte sostanzialmente 75

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