Volontà - anno XIX- n.2 - febbraio 1966

zione di forza, la soluzione della ragione che si vede persa e non cono-– sce ragioni o dialoghi di sorta, che diventa pazzia corrotta di potere, labbra alle quali vengono a mancare le mammelle da succhiare. Chi sta male non fa gran fatica se passa all'improvviso a stare bene; ma chi è stato sempre bene, difficilmente si rassegna e si adatta a stare male, anche se un po' alla volta. I cattolici col dialogo darebbero prova di debolezza politica; sen– za, si sentono ancora forti e sicui-i. I comunisti col dialogo si mostra– no soltanto ingordi di potere; senza, si ~entirebbero veri rivoluziona– ri, che fanno agitazioni e non la vecchia politica dei compari, spartizio– ne compromesso o dialogo. 74 LEO ARDO EBOLI li scrpenlc, per suo naturale istinto, è porialO ad insidi,1rc. Non schiac– ciargli la testa, tostochè propizi:t si presc•.nta l'opportunità, è un errore sen– za possibilità di giustil'icazioni. 11 prete però, è qualcosa di più e di peggio se persino il «Divin Mae– stro» ebbe ad ordinargli di «essere prudente come serpente. e semplice co– me colomba» (Matteo, X 16). E, del resto, tutta la storia dcll'uman gene– re, sempre di sangue intrisa, direttamer.te o indirettamente per opera di lui, ne è, fin troppo, la spietata accusatrice. Lo stregone-impostore, simulator<.! perfetto e calcolatore sottile, fin da– gli albori dell'umana civiltà, ha costantemente affinate le. sue perfide astu– zie per meglio «coltivare il sentimento onde poi piì.1 facilmente impadro– nirsi della coscienza» (L. Parodi). L'.:1rma sua insidiosa, e perciò stesso preferita, è sempre stata la «in(ida umiltà» per mezzo della quale egli nasconde, proprio come l'insidioso ser– pente, il sottile e micidiale veleno della («sua») «carità», mezzo sicuro questo ~ per manlenere la miseria» (Blasco lbafiez). Resistergli purtroppo, non è da tulti giacchè la «religione ha l'ignoran– za per hase e l'immaginazione per guida» (d'Holbach), per essere, appun– to, «la stoltezza umana il sole dei mondo il cui figlio unico è lui: Dio!» (Marcshkowskj). F. l)IENI

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