Volontà - anno XIX- n.2 - febbraio 1966

uguali e senza nulla che organicamente le trascenda. Un'unità di origine, una similitudine di geni ed una forma ideale, una comunanza di destini e di vicende rc.,li e possibili è quante costituisce quell'umanità che l'individuo riconosce fuori di sè, ma solo in altri individui. L'individuo non è contenuto nell'umanità, ma l'umanità è contenuta nell'individuo. Solo nell'individuo si manifesta t nell'individuo ha la sua gloria. Pure quando un individuo si sacrifica, il suo sacrificio è per un'idea o per un concelto di bene che nutre dentro di sè o per quello che intuisce od imma• gina essere il bene di altri individui. Non v'è sacrificio vero e di vaglia fuori che il sacrificio di sè. li sacrificare gli altri è una sordida farsa perchè gli altri non sono parte di noi, e se noi sopravviviamo mandando altri a perire vuol dire che consideriamo gli altri inferiori a noi, mentre la divinità, la patria, l'onore o la rivoluzione a cui diciamo che il sacrificio vien fatto non sono mai éosa a cui si possa andare a chiedere s·e il sacrificio fatto è veramente utile o nc1.:essario. Le entità trascendenti sembrano create apposta per giustificare il sacrificio e la soppressione dell'individuo. Poichè tutto viene dall'individuo anche questa necessità di giustificazione ha la sua radice nell'individuo. Essa non sempre o non solo è semplice tornaconto, ma corrisponde spesso, sia pure inconsciamente, a un desiderio di annichilamento che deriva a sua volta dal fatto, sentito o ragionato, che l'uomo è mortale. E' come se si dicesse: poichè l'uomo deve morire comunque, poco importa il come e il quando. Ma dal fatto che !'indi• viduo è mortale non resta affatto provata la superiorità dell'entità trascendente. Se in nomi:! di essa si può dire all'individuo: « Tu nulla conti, tu non sei che pohcre e fango, mentre essa è eterna o comunque sarà lungamente mentre tu µiìt non sarai», si può, in nome dell'individuo rispondere: « Appunto perch~ dchbo morire io posso gi~1 fin d'ora seppellire in quel nulla in cui debbo spa• rire qualsiasi entità con cui si vuol provare la mia piccolezza; io posso seppellì• re nel nulla l'intero universo». !N\'IOLABILITA' DELLA PERSONA UMANA L'uomo si distingue dagli allri ,mimali perchè, fra l'altro, sa crearsi dei va• lor'., cioè dei legami di natura razionale ed affettiva e dei motivi di azione non direttamente suggeriti da pulsazioni istintive o completamente controllati da stimoli esterni. Il conflitto di questi valori fra di loro e il loro periclitare continuo, esposti come rimangono ed nll'istinto ed agli urti del mondo esterno, cm:.tituiscono lo sfondo tragico e drammatico dell'umana libertà. All'uomo non basta vivere; gli occorrono pure delle ragioni di vita. Senza vita pertanto non v'è nessuna ragione e nessun valore. Quale condizione essenziale di ogni va– lore, la vita quindi va tenuta cara pil1 di ognuno di essi. ln allre parole, la vita è sacra: sacra pcrchè sacrario di tutti i valori. Ri– fiutandole quesLo carattere sacro, come rispettare O venerare ciò nel cui nome 76

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