Volontà - anno XVIII - n.12 - dicembre 1965

ro, Cdpo ad ur: materialismo ma al cosid– detto materiali~mo storico, che non va confuso col materialismo integrnlc, ancor. chi'.: nella storia del pensiero russo ci sia anche una minoranzn di seguaci di quc. st'nltimo. li Berdjacv si esprime chiaramente su questo soggetto, allorchè dice che i promo– tori della rivoluzione russa furono sordi ai problemi del pensiero creativo del loro tempo e s'ispirarono alle idee già supc– r~te del materialismo :,tesso. Com'è noto, Lenin fu uno scolaro di Plechànov, per qu;;into filosoficamente l'allievo superasse poi il maestro. Non bisogna dimenticare un non disprezzabile saggio leniniano al– l'empiriocriticismo dell'Avcnarius, quan• tunque noi, che abbiamo pure scritto qual– che cosa intorno al pensiero dell'Avena– rius, non andiamo d'accordo con le idee di Lenin. Comunque sia, non bisogna mai staccarsi dalla realtà storica, anche se quc sia non collimi con le nostre vedute. Non è detto che noi acccttimo le /011de11 comble tutte quante le idee del Berdjaev, specialmente per quanto riferisce alla sua teodicea. Per esempio, noi siamo teorica– mente meno di ìui nell'ordine dell'antro– pocentrismo, saremo però in errore se j. dentificassimo l'antroponcentrismo filoso– fico con l'antropomorfismo religioso. Nel primo l'uomo è ritenuto prototipo come lo ritiene Rudolt Steiner, d'un complesso so– stanziale, insomma cosmico. I •valod mo– rali», kantianamente intesi, sono ugual– mente presenti in ogni stadio vitale della persona. Il Nostro si guarderebb:: bene dal procfamare, in sede filosofica, una morali. là plurima, alla quale, se ben si ripensi, sa– rebbe consona la necessità e non la liber– tà. In altri termini, i plurimonilisti, di cui abbiamo pletora fra noi, inneggiano alla assenza di delli valori. Premesso quanto sopra, si capisce come il Berdjaev (a pagina \9i della sua Autobio– grafia) affermi di •non aver fatto esperien– za a cuor lcggiero, anzi con pena, dall'esi– stenza (in senso esistenzialistico e non kantiano) della libertà. Rinunciare alla li– bertà costituisce un atto di leggerezza spi– rituale, ed anche il p~ccato è da concepir– si come atto antilibertario, non solo teolo– go - egli dice - e il modo con cui pongo i problemi non è affetto teologico. lo sono il rappresentante d'una libera filosofia re– ligiosa». JJ Bcrdjaev è dunque press'a poco cri– sti,rno come lo era Leone Tolstòj, il quale ripudia tutlo il lato teologico della dot– trina cristiana; anzi, riguarda questo qua– si come •blasfemo» nei rispetti della vera utchènie (dollrina) di Cristo. Ma quel che ci preme di mettere bene in luce, in questa circostanza, è la giu'itificazionc dell'anar– chia come finalità spirituale,e didattica nello stesso tempo, secondo la quale il buon esempio per la 1-.:!alizzazionedi un ordine razionnlmcntc pratico, \'Oilo all'a– more in senso unh·crsalc, alla Venere Ura– nia e non alla Venere Pandemia, non deve venire da una collettività premente sull'in– dividuo, ma da questo espandentesi a quel la? E' pertanto lecito pensare ad una lun– ga e lenta preparazione spirituale prima di giungere a tanto, ma non bisogna dimenti– cai·e in quest'ordine d'idee, che !'ieri, l'og– gi e il domani non recano pregiudizio alla o:sostanza.o della cosa, sostanza che rimane intatta nel prncesso temporale. E' pertan– to qui che la cristologia anarchica del fi. losofo russo di cui trattiamo si oppone al cesarismo di qualsiasi colore e al disprez– zo dei v~liori spirituali, accaniti nemici del– la genuina ele1uh,crìa. REMO FEDI 715

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