Volontà - anno XVIII - n.11 - novembre 1965

glio della coscienza delle masse che fa richiamo ad un'organizzazione« di base", temperando così la forza spontanea delle masst: attraverso un'attività organiz– nta di classe. Questa distinzione in due correnti ci sembra tuuavia ancora incompleta e provvisoria. l vecchi anarchici - sopr:'itlHllo Bakunin - amano anche essi par– lare della creazione delle «mass::»; d'altra parte, i m!ovi anarchici non disco– noscono, e non possono disconoscere, il ruolo della minoranza nelle iniziative. La loro differcnz .. "l sì pone p1·incipalmcnlc sul piano dei m::lodi anarchici. I pro– blemi fondamentali sono 2ll'incirca gli stessi: ricerca di migliori rapporti tra individuo e società; e la necessità di accetl~re un ickale e contemporaneamente di avere un quotidiano atleggiamcnto alieno dai compromessi. Ora, mentre l'a– n:1rchismo « tradizionale» present~ i «dogmi» come obbligatori per tutti e non accel!a alcuna critica di base, l'anarchismo «nuovo,, rifiuta di riconoscere un dogma nei princìpi .:marchici. Ritengo che questo dogma morto rappre.<:enta il più terribile nemico dell'a ri~rchismo, giacchè lo corrode all'interno, lo spinge ali;! contraddizioni e lo con– duce ad unioni più eh~ dubbie. Lo spirito polemico del presente iibro è rivolto principalmente contro questo dogma e wntrn le sue fonti sociali e filosofi.chi.!. E' poderoso il lavoro critico compiuto dall'anarchismo. Es:-.o ha abbattulo tutti i punti di partenza della filosofi::t ufficiale e non ufficalc ed è stato il primo ad avere mostralo, in un quadro d'una potenza smagliante, la for,m e la ricchez– za della natura umané\. Sviluppo senza limite dello spirito uniano liberato da tutti gli impedimenti esteriori c. da tutte le condizioni artificiali: questo è stato il programma che l'anan.:hi.<:mo ha scritto sul suo vessillo. Tuttavia il contrasto diviene ancora più gr.:i.nde tra questo compito straor• dinario, in quanto scopo, cd i miseri mezzi con i quali si ritiene di mettere in pratica detto programma. Gli anarchici si autodefiniscono evoluzionisti, ma pre::onizzano un sistema perfetto che si realizzerebbe da un giorno all'altro. Le loro teorie economiche. pur mostrando un fonclo di <;crictà, finiscono sempre nel vecchio schema utopistico. Queste critiche da me già avanzate da tempo (l), mi sembrano anche ora semnre valide. L'anarchi.<:mo deve trovare in se stesso il coraggio necessario - di frbnte ai suoi amici cd ai suoi ::tvvcrsari - di riconoscere le sue debolezze. C'anarchismo è una concezione del mondo d'una tale forza e d'una tale vitalità che resiste1·à .a tulte le critiche e non dovrà quindi temerle. La più dolce, la più elevata illusione perde, se non le sue attrattive, !I suo potere di convinzione allorch~ viene ritenut::i mendace. E se noi sentiamo che un'illusione ci dà, sia pure per un attimo, un miraggio di libertà, ma sentiamo anche che essa condu– ce in realtà alla schiavilù, noi, anarchici, dobbiamo allora avere il coraggio di rifiutare quell'illusione, ;mche se essa è nuova e promcllente. Noi la supereremo in noi come una voce della vit:'i, come un richiamo alla libertà. (1) Tn numerosi libri, pubblicazioni, conferenze, etc. Si segnalano: La decadenza del rnrlom,llsmo In Francia; Il sindacalismo rlvolm:io1111rloe la filosofia di Dcrgson; L'anarchismo come libera crea• tlone; La creazione ri,:o\u7.iOnaria e il Parlam,;,nto; Il sindacalismo rivoluzionario; La classe e Il parlllo. 660

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