Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965

tirsi superato dopo ·Ja scoperta della via alle Jndie circumnavigando l'Africa, la tristezza di vedersi dimenticato, perchè tutti si erano messi a viaggiare sulle rotte dell'Atlantico e ogni giorno si facevano nuove scoperte, che cos'è tutto questo di fronte all'immenso fardello di str:izi di ogni genere inflitto ad un'in– tera popolazione, che non riuscirà mai più a sollevarsi? Naturalmente nessuno vuol to~Jiere a Colombo il posto di primo piano che gli spetta come navigatore e scopritore. Ma farne un campione di virtù, di gran– dezza morale, un eroe, un santo, significa inscn~ibilità per l'umano dolore, ot– tusità etica, incapacità di aprire gli occhi e di vedere come stanno veramente le cose. Olio.lità queste molto diffuse, tanto che nell'Enciclopcdlu caltollca leg– giamo la seguente dichiarazione: «In seno alla chiesa si è più volte discussa una possibile elevazione (di Colombo) agli altari; ne è impedimento essenziale la illegit1ima rebzione che egli ebbe con una Beatrice Enriquez onde nacque a Cordova nel 1488 un figlio illegittimo». Un figlio illeg1Llimo è una realtà che non si può distruggere: perciò l'a\'er Colombo violato un costume puramente tradizionale, salva la chiesa dal paradosso di collocare sugli altari un mercante di schiavi! Ma anche il De Lollis, che pur scrive: «nella storia della conquista e della colonizzazione non vi ha 2!1ro esempio d'un così pronto e completo accordo tra gli invasori e gli indigeni, come non vi ha altro esempio della crudeltà che gli invasori usarono poi verso gli indigeni per mera libidine di sangue» (pag. 121), con quella sconcertante mancanza cli logica che è propria di chi non ha il co– raggio morale di trarre le necessarie conseguenze dai fatti e di guardare il volto della realtà - e dalla quale non è immune neppure il Madariaga, nono– stante i suoi alti meriti d'intc:-lletto e di dottr-ina - accenna all'enormità del «beneficio• dell'impn.•s3 cobmbiana. Beneficio? E per chi? Non certo per i poveri Indios massacrati, tratti in schiavitù, ridotti alla di~pcrazione; non per la Spagna, che non lardò a sentire il peso delle lontane colonie, mentre gli Spagnoli, attratti dal miraggio di faci– li guadagni dimenticavano la necessaria virtù riel bvoro, procurando in tal mo– do la decadenza della nazione; non per l'umanità, che con i «conquistadores», scrisse la pagina più nera dt'lb storif' della civiltà. Una civiltà distrutta, una popolazione decim:ita, l'inizio della tratta dei negrri in America, lacrime, san– gue ... Davvero ci si domanda quali danni sarebbero venuti all'umanità se tali «benefici• fossero st1ti elargiti un pò piit tardi! Del resto i ,empi erano orm3i maturi tanto che, pochi anni dopo, fu scoper10 casualmente il Brasile. Tutti i navigatori dell'epoca cercavano isole, più o meno fontaslichc. nei mari oceanici; prima dcll'impres:.1 di Colombo. l'idea che di là dell'Oceano vi fosse 1erraferma ua l'osse!-5.ione degli abitanti di Madera e delle Canarie, i quali ;1nzi asserivano di averla visrn talvolta all'orizzonle; vivo era, specialmente tra i marinai del settcnlrione, il ricordo della colonizza7.ione della Groenlandia per opera di. Erik Rauda, avvenuta quattro secoli prima: certamen1e coloro che scguivnno Colombo non partirono nlla circa, ma sapevano bene quello che volevano. « Il viaggio agli antipodi, u 1 1a volta compiuto, stupì i contemporanei meno che oggi non si sia inclinati a credere,.. (De Lollis pag. 168). Ormai il 585

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