Volontà - anno XVIII - n.10 - ottobre 1965

NO ALLE ARMI Il 9 sc:uembrc decorso, presso il Cir• colo culturale • Sacco e Vtm1.elli • di Milano il &io,--aoc anarchico h·o Del– la &nm ed il callolico Giorgio Viola, in 1m pubblico dibattico, hanno spie– gato \e ragioni del loro rifiulo di • fare il ,oldato •· doPo che cntram. bi n,cuno ricevuto la « cartolina-pre– cetto • di chiamata alle armi. Le ragioni del rifiuto - come t c– , idcnk - ~ di,·crsc anche K con– ,crsenti e le rqtistriamo qui di se– guilo, così come le ha ascolU\tc il pubblico coo,·enuto al dello Circolo cul1uralc PERCI-IE' Ml RIFIUTO DI DIVENTARE UN SOLDATO Come anarchico, non mi è difficile spie– gare lfl miti decisione. L'a111i111ilìtarismo flflivo è sempre stato uno degli aspetti dellti lolla degli anarchici. Anclre nella •grande• guerra • patriot– tica,. del /915-1918che vide, prima o poi tanti partiti socialisli su entrambi i fron– ti tlella guerra rim1egare il loro antimi– litarismo ed il loro i111erna1,ionalismoed ,iderire al rrwssacro, anche ,dlora gli 11· ,wrcllici contimwrono, ad ogni prezzo, ad indicare ai comf)agni lavoratori, che si /11sci<iwmo condurre al macello, la via del rifiuto, della ribellione. Percl1è c111ella guerra - come quelle che la precede/te• ro e quelle elle la seguirono - sigrrifica– w1 cnrnssi11ii in massa, violenze insensate, pa:tescl,e devastazioni, mihoni di vite l' 111ilio11i cli anni-lavoro distrutti ... Eppoi, tra una guerra e l'altra, mentre i go1•er11a11ti parla11solo di pace e di cli– fesll della pace (pronti a cambiar musica all<l prossima occasione - ed a parlar di t111ovodi patria in pericolo, eccetem), tra 111u1 guerra e l'altra, parlando di pace 552 ,;i ricostruiscono e si potenziano tutti gli apparati militari, la cui destinai.ione è. evidentemente, 111ra nuova g11er-ra.Così lo sfru1tame11to del lavoro, gil) tanto gravo• so, è appesantito clal mantenimento di questi et1or111i, costosissimi apparati, che ingllioho,,o quantità incredibili di ore la– ,•ora1ive e di mnteriale, Ed oltre al costo, in fatiche 11ma11e. dell'esercito italiano, si pensi ai costi di mantenimento, ancora più paueschi, de– gli eserciti delle • grandi potenze• (USA, URSS, ecc.), degli armamertti atomici ... Co'";,; che grm•ano su tulta !umanità e di cui i govema11ti di quei paesi devono remlere conto a tutta l'umanità, perchè oggi tu/li i sistemi economici, di produ– zione e di consumo, sono in un modo o nell'altro i11terdipemle11ti e la ricchezza dei paesi più rìcd1ì si fonda anche sulla miseria di quelli più po,•eri (per esempio, metlia11te l'acquisto di certe merci, com– presa la rnerce-lm·oro, a bassi preui, e la vendita di altre merci a prez.ti alti). Questi sprechi folli e questo incubo co11- ti11110 di ,move guerre possono essere e– liminati solo col licenziamento di tutti gli effettivi cir111Midi terra, di mare e dell'aria, cou la distruzione di tutte le armi, atomiche e 11011, di t11tte le 11umi– :ior1i, di wtti i mezzi chimici e biologici di guerra, di rutti gli altri mezzi d'arma• mento e ordigni di distru:ione, con la demolhiorre cli tutte le 11avida guerra e degli aeroplani militari, delle fortezze e delle b!Jsi mwali ed aeree e delle posta– tioui missilisliclre, delle officine di guer– ra speciali e dell'allrezzatma per la pro– d11zio11e militare nell'ind11stria generale... Questo non avverrà mai, a mio a,,viso,

RkJQdWJsaXNoZXIy