Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965

sente opera, ciò che raccomanda agli altri, anche perchl;! la sua attenzione fu attratta da argomenti di imponanza più diretta che :issorbirono le sue forze (I). WILLlAM GODWIN FINE DEL LIBRO IV Una (·011f"ere11zr1 dì /-/AN Rl'NE/l (continua dal numero precedente) Alcune torme diindiuiduans 11 pacfrone stesso, resterà egli un in• dividuo? Il padrone dipende dalla rap_ presentazione che lo schiavo si fa di lui; non resta padrone che alla con. dizione di colpire lo spirito dello schia. vo col terrore o con l'amore, e d'ingarL narlo. Questa necessità non lo rende dipendente e schiavo di tutti gli schia– vi? Napoleone I, nel famoso dlalogo sco– nosciuto di Alfrcd de Vig_ny,esclama: « Quale fatica! Quale meschineria ! Po– sare, sempre posare! Di prospetto per una fazione, di profilo per un'altra, a secomla della loro idea. Fare lutti gli sfor-rl per sembrare loro quello che vo– gliono che si sia ed indovinare giusto i loro sogni d'imbecilli ... Essere il pa. dronc di tutti e non sapere che cosa fame. Ecco tutto, in fede mia! E, do-– po questo tutto, doversi anche annoia• re. E' il colmo! ». Augusto, uno degli uomini più abili nella morale dei padroni, dice sul suo letto di morte: « A))plauditc, amici, la commedia è finita ». Ma, credete voi, che un uomo che giuoca la commedia durante! tutta la vita, sia un uomo libero? Credete che sia un individuo? Non c'è niente che falsifichi tanto il nostro pensiero quan_ lo !a menzogna del nostrn pensiero. Colui che cerca di esprimere con fran. chezza ccl esattamente il proprio pen– siero fa fatica per non deformarlo e– sprimendolo. Credete voi che chi si dedica a deformarlo esprimendolo, non lo deformerà poi nella rC'"allà?Credete eh~ la sua menzogna non divorerà la sua verità e che la sua maschera non corroderà il suo viso? Se l'individualista della volontà di po. lenza si muove esclusivamente nell'a– stratto è difficile indovinare che cosa (1) Seguono i seguenti altri ire capitoli, che riteniamo inutili tradurre. Il capitolo VII trat1a del • meccanismo dello spirito um:-.no », in cui il Godwin s0s1icne, con qualche leggera modifica, la ormai superala ipotesi di Hartey, .;: che serve da introdmdon.: al successivo capitolo VIII. Inti• tolato • Il principio della virtù•· In questo capitolo, l'autore critica la teoria, sostenuta <bi Rousseau e da altri. sl-<cor1do la quale l'uomo sarebbe incapace di agire 1,c non con l::l. prospellìva e souo lo i.timolo del vantaggio personale. L'ullimo capitolo di questo !ibro - il IX - in1i1olato • La lendem.a della virtù •, vuol dirnostrare che. a) la virtù è la fonte pii' genuina della felicità personale; b) che una virtù austera è la µiù sicura vi.l per oucncre il plauso e la stima dei nostri s1mih; e) che la virtù è il più .ideguato mezzo per r-.ssicun-re la nostra pro~pcrità materiale. 427

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