Volontà - anno XVIII - n.7 - luglio 1965

Nelle idt:c c Qrrispondc:1.ti ai termini «avver~iori.c» e «pentimento• c'è una cena mcscolan~a di vero giudizio e cli san~ concezione della naturn delle cose. Esiste, forse, maggiore giustizia :i.ncora nelle nozioni di elogio e ccn~ura, benchè cs~c poggino in gran parte sulla ipotesi della libertà. Quando parlo di un bel par.:se o di u1:t sensazione gradevole, uso un linguaggfo budativo. Più enfatica– mente ancor.i impiego quc$IO linguaggio quando parlo d1 un;:1 buona azione giacchè ho cus-:-ic!"'zadel fatto che la lode tende a far ripetcrr.: queste azioni. Fintanto che l'elogio significa unicamente ciò, esso concorda perfettamente con la più st.·vera filosofia. Soltanto nella misura in cui implica che la persona la quale rca 1 izz) l'ano che noi plaudiamo poteva astenersi dal rcalizwrlo, l'elogio cade sotto l'ingannatrice te~rb della libc•rtà. Altra conseguenza della dottrina della necessità è h sua tcndcn7a a farci controllare gli av\'enimenti con 1ranquillità e serenità, appro\'andoli o disappro– vandoli, se, •a perdere mai il no ..tro :i.utocontrollo. E' vero che i folli po ... sono ~<;<:erec~us:tli per ciò che riguarda la conoscenza che abbiamo di es~i, benchè siano nc:cc~san in se stessi. Così, il fautore della teoria d~lla libertà sa che un suo congiunto può essere perito o può ~::scrsi salvato in una grande tempesta avvenuta dul..!mesi prima; sa che questo avvenimento è certamente avvenuto e. tuttavia. nun cessa di essere ~msioso al riguardo. M~ non è meno certo che ogni ansietà e turbamento implica un sentire imperretto della causalità e l"ammis– siom: che i nostri sr0rzi possano produrre qualche modifìcazionc cli quanto è avvenuto. Quando una persona addolorata ricorda chiaramente che l'avvenimen– to è irrevocabile, lo spirito si r:tsserena, mentre, se si comporta come se fosse nel polcre di Dio o degli uomini modificare quanto è avvenuto, allora la sua pena ~i rinnova. Ciò che oltrepassa quanto è st:lto detto in quL:..to caso, sarà l'impazicnz:1 della curiosità. Ma la filo~ofìa e la ragione tendo110 evidentemente ad evitare che s;a turbat:1 b no,;tra pace da u .. na curiosità inutile. Pertanto, co– lui che contempli tulle le cose passate, presenti e future come maglie di una catena indissolubile, si sentirà al di sopra del tumulo delle passioni e rinetterà sulle questioni morali dell'umanilà con la stessa chiarezza di percezioni, con la slcssa inalterabile fremezza cli giudizio e con la ,:;tessa tranquillità con cui siamo abituati a studiare i teo1·emi di geometria. Pc-- la causa della scienza e della virtù sarebbe di enorme importanza che ci esprimes~imo sempre nel linguaggio della necessità. I termini della dottrina co·urari<, vengono introdoui con eccessiva frequenza, tanto che è impossibile pronunziare due sentenze ci1·c~ qualche errore, relativo ad azioni umane, senza impiegare 1ali termini. Le espressioni proprie di entrambe le dollrinc si trovano pratic.1mcnte mescolate, in una conrusione inestricabile, come - benchè incom– patibili tra di loro - entrambe si confondono nelle menti annebbiate. La ri– forma a cui mi riferisco sarebbe in se stessa sommamente attuabile, per quanto la sottigliezza dell'errore sia tale che si r('.ndcrebbcro nccessari1.: molte revisioni ccl un laborioso studio prima di ottenere che l'errore venga dktlivamcnte estir– pato. Ciò valga quale giustifìcazionc dell'autore per non a\'crc tcnt;Ho, nella prc- 426

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