Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

cosa stabile, 11ercl1èogni cosa si regge se– condo la s11a,,ofontà, la q11aleno,, è rella dalla ragio11e, ma dalla vassione •· E come po1rebbe esse1·c retta dalla ra– gione una società nella quale - mentre le sue risorse sarebbero soverchie per non meno di una trentina di miliat·di di abitanti - oltre due tcrLi dell'attuale po– polazione, che non supera i 3 miliardi e mezzo, soffror:o la fame? Di una società, sempre più giustamente definita un ma– nicomio, in cui ancora vi sono un mi– liardo e 200 milioni di o:malfabeti. 250 mi• lloni di ragazzi senza scuole, 100 milioni di malarici, 20 milioni di lebbrosi, IO mi– lioni di dementi, clinic;;uncnte accertati, e ricoverati (esclusi perciò i clandestini ... a piede libero), c. inoltre, 50 milioni di tubercolosi? Di un mondo in cui la fame nei paesi s011onutriti elimina ogni anno 8 rni:ioni di persone? Di un mondo dove, giornalmente, milioni e milioni fra reati comuni e reati politici. che per di più sol traggono alla società immense forze Ja,,orativc, sono un'altra prova del suo fallimento? Questo mondo sconvolto an– che dal cataclisma della circolazione stradale, per cui, in aggiunta ai cimiteri di guerra ,·edrcmo anche speciali cimi– teri dei caduti dcl!a strada? Di un mondo che perciò net suo complesso è un campo d1 sterminio, di fronte a cui i ricordi di 8C'lscn, Buchenwald, Dachau, Mauthauscn, diventano insignificanti? Di un mondo vanesio, ostentatore, dove non si fa altro che smerciare, dispensare prestigio artifi– ciale. festeggiando, tribu1ando onori a de– stra e a sinistra, senza vergogna, come se questa tragedia non fosse vera? Non sfuggi1·à Poi un'altra critica fon– damen1ale contro le follie dell'economia capitalistica, assolutamente inconciliabile con la legge del mi11i1110mezzo - per cui è assurdo pretendere da questa so– cietà un'amministrazione economica, e perciò socialmente costruttiva - in quan– to ~ la stessa malformazione organica del capitalismo che implica un'amminislra• zionc caotica, distruttiva, dove sono nor– mali tulle le anormalità, do"c non si costruisce un ospedale, ma si edifica un tc,atro, si erigono monumenti, si fabbri• corno chiese, si coltivano le arti belle, per distinzione di nobiltà, ma non giammai, oibò, si pro"vede ad un acquedotto o ad una fognatura; dove, in contrasto con O· gni elementare legge di precedenza, si fa prima l'accessorio e poi il principale, poichè tulio è a rovescio, come chiamare libertà la schiavitù, o come calzare pri– nia le scarpe e poi le calze. lnfalli, come ri1enerc CQuilibra1a una società dove una normale salute pubbli– ca sarebbe il fallimento dei :,uoi • cuslo– di ,., gli operatori dell'affarismo sanitario? E dove si dice: • A maggiod consumi maggiori guadagni ,., formula capitalisti– ca nella quale le distruzioni sono an:,J sc.1tin1ese e desiderate come consumi fra i più 1·cdditizi? Mors tt1a vita mea! Perciò è chi.tra che queste enormità non possono essere prese per semplici «congiunture• come si usa far credere, bensl come sintomi di malattia costitu– zionale. C'è stato chi, pc1· dare una facile im– magine del caos sociale di oggi e di ieri. quindi anche a partire dalle origini dd genere umano, ha paragonato questa so• cietà ad un ipotetico vocabolario, com pilalo non, come è uso, in ordine alfa– betico, bensì in disordine alfabetico. e ciò soprattutto in riferimento alle incal– colabili dispersioni di ricchezza di que– sta società, analoa:amcntc alle incalcola– bili perdite di tempo che accadrebbero sr realmente si dovesse fare uso di un così strano vocabolario. E' un'immagine la quale, ribadendo il 373

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