Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

« Grosso modo, molto g1·0sso modo, si potrebbe dire che il fanatismo reli– gioso, patriotlico e familiare forni\la una destinazione e una sistemazione pre,. cisa dlle energie emozionali bloccate e deviate, assicurando loro una sorta di delirio Jxtranoicalc bene- organizzato nel cui amhito esse potevano pienamente razionalizzarsi e collocarsi: si pensi al furore aggressivo della lotta contro gli « infedeli», oppure le streghe, oppure gli eretici, oppure i « nemici della partia », oppure i profanatori « dell'onore fJmiliare », o viceversa i deliri masochistici dei mistici, dei pa1rioti di professione, dei militari, delle « madri esemplari», dei « lavoratori indefessi», dei «gregari» nazistalinisti. Viceversa, col crollo dei miti 1radizionali ( e totalitari in genere) le energie ingQrgate non trovano più collocazione e l'inibizione n0n fa che accumulare energie inesprimibili, il cui accumulo finisce per soffocare la produzione stessa delle ene1·gie emotive: col risultato di un simultaneo aumento dcli'« angoscia» (accompagnatrice imman– c.:tbile di ogni ingorgo emozionale) e del scnsQ di « svitalizzazionc » dovuto all'effettivo soffocamento (per accumulo) dei centri di produzione energetica cd all'effettiva riduzione ddla funzionalità emoliva e della pulsazione vitale del– l'organismo. Ad una sindronc tendenzialmente isterico-paranoicale (tipica dei sistemi ideologici fanatizz,mti) si è sostituita una sindrome tendenzialmente cbefrenico-catatonica, (tipica dei sistemi sociali inibenti, ma non fanatizzan– ti: dei sistemi, appunto, alienanti). Da quanto sopra, emerge chiarnmente che la terapia della moderna aliena– zione non può essere l'artilìciosa ricostrnzione dei sistemi ideologici tradizio• nali (1·eligiosi o politici) più rii quanto la sostituzione di un delirio paranoicale possa essere considerata la terapia di un'apatia ebefrenica o di uno stupore catatonico. 11 crollo dei fanatismi tradizionali sotto i colpi delle (pagg. 223) « scienze fisiche e sociali ha posto e pone l'umanità di fronte al problema della repres• sione che di quei fanatismi era uno strumento essenziale (e, a suo modo, utile) nwntre in un società demitizzata può portare solo a fenomeni crescenti di sta– si e cli svitalizzazionc emotiva, o, se si preferisce, di alienazione. Si tratta in. somma di evitare che alb nevrosi di massa del passato (basata su una combi– nazione micidiale di inibizione e mitologia religi0sa e poltica », che sfociava nei deliri aggressivi e auto-punitivi del mondo medioevale o di quello totalita– rio) si costituisca la nuova nevrosi di massa, basata sulla inibiziQne priva di fanatizzazioni politiche o religiose e destinata quindi a sfociare in una tragica specie cli collelliva catalessi, in cui l'individuo conserva (e magari sviluppa, proprio per la generale mistificazione culturale) la percezione delle proprie e– mozioni e del mondo circostante, ma non riesce ad esprimerle né a comunicar– le per la mancanza di una sistematizzata mascheratura ideologica e per la si– multanea persistente presenza dei condizionamenti inibitori profondi. E' evi– dente che tutto ciò è possihile solo attroverso Ja liquidazione dell'inibizione e la restituzione dell'individuo e dei gruppi alla loro naturale spontaneità emotiva ed espressiva, alla loro vitalità auto-regolata. « Ma per fare ciò è anziltutto necessario liquidare l'educazione autoritaria 366

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