Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

tanto largo che abbraccia l'inrinilo, o un senso così rislretto che non si ap– plica più a niente, nonchè innumerevo_ li significati intermedi. E' prob2bi!e eh~ abbiate sentito - o vi accadrà di sentire - dei compagni che discutevano di individualismo e di sentire qualcuno di essi dare a questa parola un senso così largo come se tupi fossero individualisti. In effcui, non possono esservi individui senza un certo grado d'individualismo, come non può esservi un pensiero che non con– tenga un granello d'individualismo. A prendere la parola individualismo in un senso fiacco e largo si può appli– carla a tutli gli esseri pensanti. Però si può pl';:nd~re anche in un senso così stretto, severo ed assoluto che non si può più applicare a nessuno. Voi avete certamente assistito, o as– sisterete, a delle discussioni nelle qua– li uno degli av\•ersari prova che tale parola è applicabile a tutto e a tutti, mentre l'altro, al contrario, dimostra che non è applicabile a niente, nè a nessuno. Come facevo osservare poco fa, la parola, qualunque essr, sia, può essere nello st~sso tempo un punto senza al– cuna estensione, corlle può essere il ri– splendente e sfuggente infinito. Un compagno malizioso mi dimostre– rebbe con la stessa facilità che io non sono affatto individualista o che tutti gli altri sono individualisti. Oertarnen– te, comprendete che questi sono argo– menti polemici. Sono dei giuochi. Ma accade sovente che colui che fa il giuo– co si crede il più forte e il migliore. E non perchè sia in cattiva fede, ma perchè è un ingenuo. Tra il senso tanto rigoroso e genui– no che qualche volta si dà a questa p.:i.rola per dimostrare che non ci sono mai stati individualisti, tanto che Dio– gene stesso poteva rifiutarlo perfino al suo maestro Antistcne, e il senso largo, immenso ed infinito col quale lo stesso Charles MauiTas diventa in– dividualista perchè si esprime in ma– niera differente del suo vicino, realista come lui, esiste un o~rlo numero di -.ignificati intermedi che sono i soli interessanti, perchè sono i soli che di– cono veramente qualcosa. Giacchè çlire tullo, per tutto confonde1·e, è una ma– niera come un'altra di non dire niente. Questi significati intermedi sono moL teplici, arbitrari. In buona fede, posso prendere ora l'uno, ora l'altro. Nondj– meno bisogna che corra il rischio e che presti la massima aqenzione per evitarlo nel corso d'una stessa opera– zione intellettuale. Altrimenti, la mia riflessione non avrebbe molto valore, giacchè essa si poggerebbe su un equi_ voco, in quanto, credendo di vedere un'id~a. ne scorgerei un'altra. Quindi, pur essendomi difficile defi– nire, perchè sono individualista, sono obbligato ad indicare in qual senso prendo, ora, nella presente meditazio– ne, la parola individualista. E' ovvio che essa venga determina– ta, soprattutto attraverso negazioni ed esclusioni. E' occorso, ad esempio, a Clemenceau di pn::=sumersi individuali– sta. Naturalmente, io non prenderò la parola nello stesso senso di Clemen– ceau. E nemmeno nei senso col quale i borghesi vantano il loro individuali– smo. E se qui ci sono dei compagni - e so che ce ne sono - preoccupati principalmente di questioni economi– che, non sarò d'accorcio neppure con loro, giacchè, in genci-ale, e, questa se– ra. in particolare, non m'interesso mol. to a questioni economiche. Non vi di– co il perchè. Vi dirò soltanto che, a 357

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