Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

Ricerche filosofiche, l'attività di Scole. ri si dipana attraverso il saggio critico, la rassegna bibliografica, l'interpreta– zione ~lorica e oolitica, la ricerca si– Slemat 1ca, l'abbozzo di una filsoofìa mo– ra I?. Sempre però è presente l'appas– sionato impegno crilico e speculativo come avviene in chi studia per appa– gare un inesausto bisogno di confor. mare la propria vita e la propria o– pera, contimiamenle e senza compro. 111..!SSi, ad una esigenza etica, comun– que legata o meno ad un principio m~ tafisico E il dramma vissuto di Domenico Scolcri nonchè il suo tor– mento ~pcculativo hanno appunto ra– dici n.:lla impossibilità di accettare un principio metafisico che discenda dalla razionalità cd in essa compiutamente s'inquadri. Scoleri si rermò nel clima del pro– blematicismo e condusse tutta la sua ricerca sul binario del significato es– senziale della vita umana, binario sen. za una stazione d'arrivo sotto il ri– spetto metafisico. Da un lato, l'impos– sibilità di acquisire, capire ed affer. mare il nodo metafisico che lega e reg. ge tutta la realtà del mondo ~ della vita; dall'altro la mai tradita esigenza di un impegno etico che inserisca lo uomo tra gli uomini e dia un senso al tempo e alla storia. La dilacérazio– ne tra la realtà che si configura inclut• tabi Imente come «assurdo• e la viia che s'impone come impegno etico, tro– va espressione nel saggio più signifi. cativo di Scoleri « Solitudine metafisi– ca e solidarietà umana .. ( 1953), che fu definito emblematico della intera dire– zione del suo pensiero per la preci. sa indicatività del titolo. Per quanti sforzi faccia, Scoleri non riesce, come egli ci dice, • a cogliere la celebrata razionalità delle cose•, onde la realtà tutta gli appare assurda e contraddittoria, incomprensibile, cioè, e indeducibile da un principio superio. re, che la fondi e la giustifichi. « Possiamo descrivere, analizzare l'u– niverso, scomporre gli elemenli e mi– surare le sconfinate distanze stellate, ma non comprenderlo metafisicamen– te. Avverto l'esistenza di queste e quel– lr cose, di questo pianeta e di quelle stelle, del filo d'erba e delle super– galassie, ma io non so perché •· Dire che in prnicipio era il Logos, cioè la Ragione, significa fare della mi– tologia, significa conge1turare e fan. 1asticare, non sapere, non possedere un sapere metafisico. Ma l'assurdo del mondo - la man– canza, vale a dire, del principio che leghi le cose e dia loro un senso - non vieta agli uomini un dialogo, 11 lavoro con gli altri e per gli altri, so– lidalmente congiunti dalla stessa pena e dalla stessa speranza. Il dolore, o– scura condizione del vivere, non è voce che invochi Dio - nessun Dio è re– sponsabile della realtà così irla di as– surdi e di orrori, nella quale viviamo - bensì voce cli riscatto che invoca e affratella gli uomini al cli fuori dei logori miti cui ancora disperatamente si aggrappano gli arcaici credenti nel Logos. A questa voce che irrompe dal pro– fondo pianto delle cose, io sento di rispondere con parole di speranza: la speranza di una terra migliore, di una una superiore armonia umana. Da un lato incombe su di me il pe. so della notte metafisica - assenza della Ragione, presenza cioè dell'as- 351

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