Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

mal costituita il singolo può talvolta giungere ad odiare il suo lavori.I: pcrchè ecces~ivo e logonrntc, pcrchè sfruttato e- mal rctribuilo; pcrchè lo cos1ringe <.1d r1zioni che: la sua coscienza disapprova, perchè viene imposto dalle circostanze senza alcun riguardo alle sue nttitudini ed in contrasto con «il fondamento che natura pone» in ogni individuo, il rispetto del quale è condizione csscn-tiale per un lavoro sereno. Già uno scienziato geniale come il Mantegazza aveva posto in rilievo quanto sia massacrante il lavoro sgradito, e come invece il lavoro amato permetta di reintcgn~re rnpicbmenk le energie sfrnttate. A questo prqposito bisogna tener presente come l'e.ccessiva specic1lizzazione. sia nel lavoro manuale, sia in quello intellctlua!e, caralteristica dell'età nbstrc1. 1 ofTr::i il rischio di mor– tificai-e la personalità del lavoratore. riducendo il lavoro a puro mezzo di gua– dagno, pri\'O di uno dei suoi essenziali significati: l'espressione di se stessi, che costituisce la base necessaria perchè l'uomo possa produrr~ e lavorare nella gioia. Nel nostro opuscolo viene citato un passo di E. Zola, rispondente alla mo– derna concezione del lavoro inneggiante, c:m un entusiasmo che chiamerei quasi 1·cligioso, alla grandezza del bvoro, posto ormai sul piano decisamente laico. Tn queste pagine è quasi presentito il moderno sistema dell'ergoterapia, cioè della cura mediante il lavorQ, che, in questi ultimi anni, è stata adottata in tutte le cli– niche per le mabuie nervose e mcnt::\li, cd ha dimostrato la sua piena efficacia. Ed è anche adombrata l'idea ciel lavoro come mezzo per superare i contras1i fra gli uomini, come fattore di pace tra i popoli: concetto espresso, sia pure in forma p,irndossale, dalle parole di S;iint-Exupéry, che, prQbabilmentc, anche Ca– milio Berneri avrebbe fatto sue:·« Sono fratelli soltanto gli uomini che collal)o. rano: sfòrzati a costruire insieme una torre e li trasformerai in fratelli». EMILIA RF.NSI Ricordo di Domenico Scoleri A LLA COMMEMORAZIONE di Do– menico Scolci-i, morto a Padova nel 1962 a 57 anni, la rivista Historica di Reggio Calabria che lo ebbe condirct. tore dalla sua fondazione ha dedicato qualche anno fa, un fascicolo specia– le che pubblica scritti di Ugo Spirito, Giuseppe Sem~rari, Giuseppe Martano, Antonino Bruno, Domenico Antonio Cardone, Piero Riggio, Cesare Valenti, Domenico De Giorgio, Rodolfo De Ste– fano e Saverio Aldo Siciliano. Sarebbe adesso auspicabile che la medesima 350 Rivista si faccia promotrice della rie– dizione integrale degli scritti di que– sto singolare pensatore che andava e– laborando coscienziosamente una filo• sofia umanistica volta, come dice Ugo Spirito, a chiarire a sè e agli altri il senso della finalità del nostro ope- Dagli scritti giovanili pubblicati nel 1931, d'intonazione ancora poetica, se pure di una poesia pensosa e medita– tiva, fino all'ultimo lavoro di argomen– to pedagogico pubblicato nel 1962 su

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