Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

ru considerata superiore alla vita contemplativa; venne incoraggiato lo sviluppo dell'industria sulla quale si fonda la potcm.a dello Stato Moderno; si posero le basi del capitalismo con tulle le sue conseguenze. La magnificen1 .. a del nostro Riso,·gimcnto è tutta un fervore di attività, - arte, industria, scienza, mecca– nica, - nelle quali si uniscono, in modo inscir.dibile, lavoro intellettuale e la– voro manuale, la cui inte;- rdipende.nu è, del resto. inconfuiabilmcnte dimostrata dalle arti plastiche (pittura, scultura, incisione e simili), e da certi rami della scienza, quali chirurgia, ortopedia e altri ancora. E quanto lavoro intelletluale e lavoro mammle si integrino a vicenda è anche mc~so in luce dal fotto che spesso il riposo è costituito proprio dal mutamento del lavoro - metodo questo vivamente raccomandato da igenisti e da psicologi: chi ha tra,;;corso le sue gior– nate chiuso in un ufficio ama dedicare il tempo libero al giardinaggio, al lavoro domestico, ad opere di artigianato, mentre chi ha faticato nei campi o nelle oflìcinc trova il rip0so nella lettura, nella musica, nella conversazione ecc. Dal giorno in cui l'uomo primitivo non si 3Cd::mtentò più di ricercare soltanto il ri– covero e l'alimento, - come l'animale - ma cominciò a costruire con le sue mani ulcnsili cd oggetti d'ornamento, a rivestire le pareti delle sue caverne di graffiti e di pitture murali, da quel giorno ebbe inizio lo sviluppo della civiltà; e l'uomo mediante il suo lavoro, cominciò a diventare uomo nel vero senso della parola. Ma il cammino della civiltà non conosce sosto: ha bisogno di ogni genere di lavoro, richiede l'opera di tutti. E magia laica si può chiamare questo sforzo immenso del lavorQ per impadronirsi, a ,,antaggio dell'umanità, degli elementi della natura, per piegarli alla 'iua conquista. L'appassiQnata ed interessante indagine del nostro autore passa poi, dallo esame delle varie concezioni del lavoro, attraverso i tempi e gli autori che hanno prestalo attenzione al problema, alla «persona» del lavoratore, la cui dignità non trova ancora sufficiente riconoscimento, e i cui prOblcmi attendono ancora una risoluzione adeguata. A questo punto mi sembra non inutile oorre in rilievo anche il significato psicologico de! bvoro, il quale ,;;oltanto ha il potere di liberare l'uomo dall'an– goscia della solitudine, dalla tris1rzza della «separazione», che ha inizio con la nascila ed accompagna l'individuo fino all'ultimo respiro. in quanto lo inserisce nella comunità umana, dove trova il suo posto, che lo collega agli altri e dà valore alla sua esist~nza. Infatti ~pe,;so assistiamo allo speuacolo di persone che, collocate a riposo per limite di età, a mt>no che non riesc::100 a trovare occu– pazioni di altro genere o a svolgere attività personali, declinano all'improvviso fisicamente e moralmente. Si dà perfino il caso che il crollo sb tale da port3rle alla morte. E' il trauma dell'uomo che si sente ovulso dall'umanità, stralciato dalla vita operante, frustrato in uno dei suoi bisogni fondamentali: quello di «rendersi utile» a qualcuno o a qualche cosa. La socìalllà si ronda e si mantiene soltanto sul lavoro e nel lavor·Q. Chi vive nell'ozio rimane isolato ed ha già in sè il suo castigo. Naturalmente mi rendo conto benissimo che in questa nostra società così 349

RkJQdWJsaXNoZXIy