Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

"Il cristianesimo e il lavoro~~* L e varie concezioni del lavoro, che si sono presentate alla ml:.nte umana du- nulle il trasco1Terc dei secoli, sono messe in luce in questo, apparente– mente breve, saggio (dico «apparentemente» perchè l'ind:\gine che prende inizio dal concetto biblico del lavoro giunge fino all'età moderna), condotto con «il lungo studio e il grande ~nnorc» ncccss:.1d al compimento dell'opera ç degni di essa. Opera suggestiva nella sua rapida sint~si b quale, appunto per questo, sti– mola ad un ulteriore sviluppo di ogni singolo Rrgomento, cd offre lo spunto per proseguire lo studio .::i.nchcriguardo :d perioct0 dal 1932 ai giorni nostri, periodo così ricco di mutamenti ed in perenne rapida evoluzione. 11 lavoro, importante complesso problema umano, non rimane a se stante: inlorno ad esso si accentrano tanti .issillanti prnblcmi, che vanno dalla religio– ne alla morale, dall'cconomb alla politica. dal progresso della civiltà alla psico– logia. Già nel mondo giudaico-cristiano si rileva, seguendo la ricca documen– tazione del noslro opuscolo, come il l?.voro sià oggetto di profonde antilogie. Da un lato viene considerato conseguenz3 diretta della caduta dell'uomo e, perciò condanna ad una pena, tutt<tvia :iccell.Ha pcrchè mezzo di espiazione; dall'altro viene presentato come inerente alla nalura um~rna e raccomandato come necessario fallore di vita civile, - al quale però si deve accompagnare, inseparabile, l'esigenza doverosa del riposo. !'Jatun1lmente secondo le varie epo-– che storiche, si ha il prevalere di una valutazione anzichè dell'altra: talora si trova l'esaltazione della vita contemplativa, che suona hiasimo e disprezzo per il lnvoro, in quanto distrae l'uomo d <1.llcme.te essenziali Jello spirito, talaltra, invece. l'incoraggiamento all'opera fattiva e la condanna dell'ozio: atteggiamenti che, del resto, giungono ad una conciliazione ncll'oratc et laboratc di S. Bene– detto da Norcia. Ma la condanna del lavoro, lmplicita nell'esortazione alla vita contempla– tiva, propone già altri problemi morali e sociali: l'eccesso del lavoro, che logora la vita fìsica e soffoca la vita dello spirito; la br3ma di ricchezze per conqui– stare le quali ogni colpa è considerata le.cita; l'ozio conseguen1e all'accumulo delle ricchezze, delle quali l'uomo può diventare moralmente schiavo, e che annullano l'individuo, - come risulta d:1\la quotidiana esperienza confermante !'affermazione cvangelic:l, - ancor più della fatica; lo sfruttamento del lavoro altrui, problema sempre attuale e scollante. Nel mondo moderno, sotto l'influenza della Riforma protestante e della sua lotta assidua contro l'ascetismo monastico, il l~voro fu rivalutato; la vita attiva (•) Quanto viene pubblicato è ì'introduzionc all '01)uscolo di Camillo Bcrneri, che, per le Edi1ioni R. L. di Genova, srn per essere distribuito. li 1iwlo è quello che 1·i,.ulta in testa allo '.>Critto prc~cnta!o cd ognuno potrà valutare l"impon;mza d..:l '.>aggio bcrncriano, che. soltanto in parte. era ~iato finora editato. Eventuali richic~1e ddl'opuscolo {di pagine 40 - p1·czzo L. 100) potranno e~~crc din:ttc all'amministraiionc di questa rivista. 348

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