Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

compilazione pòstuma degli ultimi ar– ticoli di Panait Jstrati (5). . Verrà il tempo di far giustizja alla opera e 'ali 'uomo, del quale non si può pronunciare oggi il nome in Romania. Ma qui, nell'America del Sud, dovun– que ebbi occasione d'andare, ho visto i suoi libri, in castigliano, negli sca(– fali delle ilbrcrie, e numerosi sono co– loro che - pure fra i libertari - mi hanno chiesto di dar loro chiarimenti sul « caso Istrati ». Fra le dichiarazioni del giovane ru– meno rifugiato in Italia e pubblicate in « Umanità Nova» (citata all'inizio di queste pagine) si trova il seguente passaggio: « Il nostro campagna ci parlava an– che di quel movimento « umanitarista » molto affine con l'anarchismo, e che av~va come guida Eugenio Relgis, at– tualmente emigrato in Uruguay e vici– no ai nostri compagni di là. Anche il movimento « umanitarista » venne di– sperso dalla dittatura di Anna Pauckcr, dal regime del partito unico, dalla se– vera censura bolscevica sulla vita cul– turale del paese». Sono obbligato, quindi, a parlare un po' di mc stesso. Non è questa la sede, nè il momento di fare l'esposizione di un'attività culturale e sociale che si è manifestata in Romania durante trenta– cinque anni (1912-1947) e in diversi cen. tri internazionali. Scrissi altrove sulle circostanze del mio viaggio verso la America del Sud (e anche nel mio pic– colo libro sul prof. Jeorge F. Nicolai, - cd. « Reconstruir », Buenos Aires», 1949). Semplicemente, proseguo il mio lavoro in quest'angolo di libertà - re- (5) Trndoui <la Tito-Livio Bancescu, cdii. Ar– monia, Buenos Aires, 1937. lativa, beninteso - e questo lavoro è duplice, poichè debbo ricuperare gli ~,nni persi durate la guerra cd a causa della ditLatura in Romania. Ciò che debbo chiarire è che l'uma– nitarismo, del quale esposi i pi-incìpi nel 1921, è una concezione positiva, non dogm3tica, in continuo sviluppo e che contiene tutti gli elementi favorevoli all'individuo, aJla personalità umana, senza dimenticai-e gli ideali e gli inte– ressi permanenti dell'intera umanità, Jell'« organismo della specie». Il « Pri– mo gruppo umanitarista » che fondai a Bucarest nel 1923 f.u, prima di tutlo, un centro di studio. Ma l'idea determi. nò l'azione: ventitrè centri vennero for– mati fra il 1924 ed il 1932 in Romania e numerose sono le organizzazioni che si ispirano a questo umanitarismo. Nessuna organizzazione burocratica, bensì libera emulazione. Veniva chi lo desiderav::t, e ...partiva chi voleva! Du– rante questi anni foi aiutatQ dal mio fedele segretario, fon Mehedintzeanu (che, nel 1929 fu indouo al suicidio da una malattia incurabile). Nelle mie riviste «Umanitatea» (Yas– sy, 1920), « Cugetul Liber » (Pensiero Libero, 1927-'28) e « Umanitarismul » (1929-'30, Bucarest) pubblicai pure ar– ticoli firmati da libertari di tutte le tendenze, di Romania e d'altri paesi. Il mio umanitarismo è anche antiauto– ritario, antistatale,. apolitico e perfino antipolitico; proclama il pacifismo in– tegrale, il postulato individuale e non ignora nulla di quanto viene denomi– nato rivoluzione economica e rivolu– zione sociale. Nella « Enciclopedia Anar– chica», di Sebastian Faure, ho esposto ampiamente il significato dell'umani– tarismo. l miei « Princìpi umanilari– sti », tradotti in 15 lingue (e due o tre volte in alcune di esse), sono stati pub- 345

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