Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

Ci troviamo dunque davanti a un punto di vista anarchico secondo il quale le ri,·olu1.ioni, se cos.ì si può dire, s.i preparerebbero da sole, ed a un altro, se– condo il quale è necessaria una minoranza che lavori a tale scopo e che cerchi di preparare l'ambiente necessario. Però ciò equivarrebbe a schematizzare le opinioni dei due autori: giacchè il Bakunin volle dire che in effetti nessuna organizzazione, né alcun partito fanno da soli la rivoluzione, né tanto meno la fanno !:>CQppiarce che la rivoluzione si scatena per delle ragioni infinitamente pili gravi; e il Malatesta volle dire che, una volta scoppiata la rivoluzione, è necessario che esista ur.a minoranza più o meno cosciente che proponga qual– cosa alla rivoluzione, e che sia capace di influire sulla questione. Basta dare uno sguardo ad un qualunque manuale di storia, per renderci conto come qual– siasi rivoluzione cominci da un movimento spontaneo e popolare dal basso, sovente ,cramente spontaneo: i dirigenti delle organizzazioni spesso erano presi alla !:>provvi~tae non sapevano che cosa fare; qualunque rivolta spontanea è conrusa, non organizzata, e può darsi che una volta incominciata duri qualche tempo per forza d'inerzia; ma poichè non si organizza e poichè le persone che deten– gono il potere sono particolarmente urganizzalc per simili avvenimcnli, il mo– vim.ento viene represso. Qucsla C la prima ragione, a lulli hen visibile, di ogni sconfitta. Ma ce n'è un'altra che a molti sfugge, e che gli anarchici invece ve– dono molto chiaramente, ed è che la rivolta riesce ad organizzarsi, ma si orga– ni1..zadall'alto, ad opera di una minoranza che si dice rivoluzion,1.-ia, che crede di essere l'avanguardia, e che indirizza la rivoluzione a suo esclusivo profitlo; non esitando di servirsi di mezzi che sono, a nostro modo di vedere, la nega– zione della rivoluzione stessa, perchè sono antilibertari, obbligando la massa ad ubbidire co!Qro che comandano. con tutte le conseguenze del caso ... RUOLO DELL'ORGANIZZAZIONE ANARCHICA Si pone allora il seguente problcm;.1: si vede chiaramente ciò che gli anar– chici non intendono fare, cioè non vogliono :::hc la rivoluzione venga organizzata, ma, mentre desiderano l'orgnnizzazionc della sommossa, nello stessQ tempo non tengono ad imporl'e nicnle a nl.!ssuno, e non vogliono fare come, ad esempio, il partito bolscevico del 1917,che, dalla sede dell'lsti1uto Smolny, dirigeva tutto arbitrariamente, senza nemmeno, qualche volta, essere al corren1e dei problemi. Qual è dunque il ruolo esatto che gli anarchici intendono svolgere? Ci viene ri– petuto sovente: • Volete sapere voi anarchici che cosa siete? Siete sempre pre. senti, dite apertamente il vostro pensiero e poi ... tutto finisce•· Per Berneri, il problema si poneva così: 332 un gruppo dirigente ceni raie -- gruppo d"• (;lite. - JX'r prendere le redini del sommovi– mento ... Altri stimano che una ~i111II•~ çoncc7ionc è a~~urda. Gli ,un:irchici ~o~tengono nalu~ ralrncntc che l:l società ~ia organi11at.::i, ma que~ta organi,1.a1.1onc m1ow1, normale ed oramai po~~•bilc dC\'C farsi liberamcn1c c, innnn,itullo. par,~ndo dalla ba!>C•·

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