Volontà - anno XVIII - n.6 - giugno 1965

• Se il movimento anarchico non acquisterà il coraggio di considerarsi • isolato, spiritualmente, non irn1>arerà ad agire da Iniziatore e da pro- • \>U!sore. Se non acquisterà l'intelligenza politica, che nasce da un pessi– " n~i~mo razionale e sereno (che è, di fatto, senso della realtà) e dal- • l'cltcnto e chiaro esame dei problemi, non saprà moltiplicare le sue • forze, trovando consensi e coo1>ernzione nelle masse. « Bisogna uscire dal romanticismo. Vedere le masse In modo, direi, pro– « spettico. Non c'è il 1>opolo omogeneo, ma folle varie, categorie. Non « c'è la volontà rivoluzionarla delle, masse, ma momenti rivoluzionari, nei e: quali le masse sono enormi leve. • Essere col popolo è facile se si tratta di gridare: Viva! Abbasso! Avanti! « Viva la rivoluzione! - o se si tratta semplicemente di battersi. Ma • arriva Il momento in cui tutti domandano: Cosa facciamo? Bisogna ave- • re una risposta. Non per far da capi, ma perchè la folla non se Il crei- (4). E forse, più chiaramente ancora, Malatesta ha dimostrato che vi sono due maniere differenti per giungere ad influenzare le persone: una dirella e una indiretta. « SI può dirigere col consiglio e coll'esempio, lasciando alle genti la fa. or. coltà di provvedere esse stesse ai loro bisogni, adottando in piena Ubertà or. i nostri metodi e le nostre soluzioni, se esse Il ritengono migUori di • quelU proposti da altri. Ma si può anche dirigere assumendo il comando, « divenendo cioè governo, e imponendo per mezzo di gendarmi, le proprie • idee ed i propri interessi• (5). Malatesta non consiglia naturalmente questa seconda soluzione, come non la consigliamo noi. E' interessante vederne una pratica conseguenza: gli anar– chici, che non intendono dirigere il movimento sbciale, non pretendono nemme– no di parlare in suo nome o in nome di una qualunque astrazione, come fanno spesso certe minoranze rivoluzionarie quando parlano in nome della rivoluziQ– ne come se fosse cosa di loro esclusiva pertinenza, o quando parlano in nome di tale sommossa o di tale persona. LQrenzo, ha ben chiarito ciò ne « Il prole– tariato mlii tante»: • Ritengo oggi che le affermazlonj faue da me o da altri a nome d'una • entità grande o piccola - si chiami essa società, associazione, lega, par. • lito, massa o moltitudine - non hanno alcun valore positivo se non « quando sono in procinto di manifestarsi in tutli, e In ogni singolo com• « 1l0ncnle la corporazione di cui eventualmente si t1·a1ta. Un programma, • un manifesto, una manifesta7Jone, un online del giorno d'una assemblea, (4) . CAMII.LO BERNERI: • Piattarorma • (Volonlll, anno VI, pag_ 400). (S) - MALATESTA: • Risposta a Makhno •, 1929. 333

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