Volontà - anno XVIII - n.5 - maggio 1965

non ha importanta; anzi, è una que– stione di pre~ligio ::.e l'uomo ha già a– vu!o altre esperien1.e ::.essuali. Se, nella adolescenza i ragazzi hanno una relati– va liber1à di uscire e girare, questo non è possibile per le ragazze, che de– \'Ono uscire sempre accompagnate e vi– gilate, e sempre dentro certi orari, che non devono superare il coprifuoco del– l'imbrunire o della cena serale (le 20). Nel matrimonio, quello che è valido per il marito, non lo è per la moglie. L'uomo può permettersi tutte le avven– ture sessuali che !lii capitano, o cercar. le, e questo non sarà motivo di c~e– crazione, ma anzi di prestigio; ~e la mogJic si permette la stessa liber1à, ~ucccdc il fallo tragico. Ouesla oppo– ~i?ionc viene confermata nella legge che punisce solamente l'adulterio della donna. Nel matrimonio stesso si concepi::.cc che la mogJie debba esistere per il pia. cere del marito: nemmeno qui il prin cipio femminile viene riconosciuto: è suo ocdovere» non rifiutarsi mai alle proffene sessuali del marito. L, stessa soppressione del principio femminile vale se si considera per se Slt.!sso un qualunque ano eterosessu::.le. E' opinione diffusa che la donna •SU· bisca• l'atto se5suale, stia lì e non par. tecipi, tantu che Si mnmette perfino che solo l'uomo nbbia l'impulso sessua– le. Ec:i,;te solo l'impulso a penetrare del maschio. Quello della donna è il )!rande tabù, e se c'è io lo nego. Lo chiamo «un allo libidinoso•. Ecco le parole del nostro •maschio» tipico: octma donna deve starsene lì quiela, se poi comincia ad agitarsi è segno che è libidinosa, è anormale)). Se unn dbn– na si agita, io la chbmo «puttana ... Questa ignoranza del principio fem– minile -, questa patologia proibizio- 312 ne -, è mo~11-ata pure cia11ammissione pu!ìblica della pro5tituzione lemminilc. tutt'al più si può ammettere per i ma– schi -, essendo tragico «infangare .. la verginità dclii.: proprie congiunte o ra– gazza -, un pallido surrogatQ al loro principio maschile. Per le donne invece non es1:s1e as:solutamente mente. Per– ctlè l'istinto della donna non esiste, e non esiste perchè noi lo proibiamo, è il nostro punto fìsso e ossessivo il no- stro grande Tabù. ' Come può spiegare la sessuofobia questo oppo~10 a11eggìamento? Non può spiegarlo. E l'appunto che :si muo– ve a De Marchi non è di non aver vi– sto questa diversa trattazione tra uo– mo e donna, ma il non aver notato cbe all'origine della sessuofobia sta questo deciso rifiuto del solo principio femminile. Negando il polo femminile e la -sua necessaria e meravigliosa fu– sione, l'uomo s'C represso anche nel suQ principio maschile, e ha trovato sempre l'alto sessuale come qualcosa di sporco e deludente. Ci pare, cioè, che In scs:suofobia non è un fotto ori– ginario, ma a sun volta un derivato del– la grande paura del principio femmi– nile. Ora ci :spieghiamo pcrchè sentiamo dire sempre da 1u11i i giovani confor– misti: ocFarc all'amore? Ma io ci sta– rei, mi piace moltissimo, io lo forei sempre con tutte. E' la cosa pili bel– la 1.., e poi li vediamo impallidire e ne– gare decisamente, quando chiediamo: ocallora tu, tua sorella la la::.cercsti..., e tua moglie pure ...?». Sì, dunque, al principio ma~chile: un reci:so no a quello femminile. Questo è un atteggia– mento di diITcrcnza qualitativa. Poi, che il tarlo della Sessuofobia debba ro. dere anche l'uomo, questa è un'altra cosa, è un derivato. DOMENICO DEMMA

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